Articolo a cura di Francesco Lenzi

 

 

Oggi voglio parlarvi di una giovane band chiamata Metrodora!
Innanzitutto è una vita che volevo parlare di questo gruppo,perchè-in un certo senso- li ho visti nascere e ho avuto modo di conoscerli ancora prima che fossero un gruppo,per via di una passione che abbiamo in comune(cioè,che ho in comune con alcuni di loro),ovvero il collezionismo di dischi in vinile…..a parte questo,che sicuramente può non interessarvi(già sento le voci di qualcuno”e a noi che ce ne frega?”,dopo aver  letto la prima riga!),non starei qui a parlare di loro,se non fossero ANCHE una band validissima dal lato musicale.
Infatti,il loro EP di esordio è un disco molto interessante,molto personale,che stupisce per la maturità e per la bellezza sonora che traspare dai suoi stessi solchi.Ma procediamo per gradi…..
I Metrodora nascono nel 2005 col nome Voluntears(la formazione comprende Francesco Andreini-chitarra/voce,Federico Boncompagni-basso/voce,Mattia Sarno-chitarra/tromba,Paolo Nocentini-batteria/tastiere add.,poi ognuno di loro suona un pò di tutto!),e dopo essersi affinati con centinaia di ascolti”giusti”e serate in giro,decidono di arrivare alla denominazione attuale,ispirata da un favoloso disco di Demetrio Stratos che molti di voi ricorderanno,e quindi alla composizione(e registrazione)di propri brani.
L’Ep in questione,è uscito nel 2011 per la Soffici dischi,etichetta specializzata nel rock alternativo di qualità(e con un team di assoluto spessore che ci lavora dentro)…ma adesso veniamo al disco.
L’inizio è affidato a “capiresentire”,dotato di uno scintillate arpeggio iniziale(e una moltitudine di strumenti sia elettrici che acustici,soprattutto a corde),sospeso tra la california e la toscana,in un immaginario incontro tra influenze psichedeliche,folk rock vintage e new wave(e forse qualche sfuriata punk di scuola 77),con una voce dalle sfumature darkeggianti(a opera di Francesco Andreini),ma allo stesso tempo”illuminata”.E già dal primo brano,si capisce la volontà della band di rompere gli schemi stilistici,con cambi di tempo improvvisi e un testo non banale,molto introspettivo e riflessivo(“Comprendere/Intendere/Le inutili presunzioni di una falsa verità”…).Un pò come se le sonorità scintillanti dei Byrds incontrassero le tentazioni umbratili dei Diaframma,in un melting pot che può essere solo Metrodora,e nient’altro,da quanto è positivamente singolare e originale la proposta musicale.
“Esiste la felicità”svela un lato ancora più intimista,se vogliamo della band,ed è affidata alla voce del bassista Federico Boncompagni(infatti,uno dei pregi della band,è anche quello di alternarsi alle voci soliste).

Si tratta di una ballad psichedelica,con arpeggi delicati su cui si stende un cantato meditativo(“Una barriera tra i miei pensieri/ed il mio cuore/sto perdendo qualche cosa/una parte di me”)e un ritornello che rivela due anime fuse insieme,tra melodia e furore improvviso,mai sopra le righe in ambo i casi.La cosa che sconvolge è la maturità del quartetto,nonostante la giovane età di questi ragazzi(non hanno più di 22 anni,attualmente,ed il disco è uscito nel 2011)
“Controllo”,cantata da Francesco,è un brano che svela forse più marcatamente influenze new wave,punk e art punk ,però rilette alla maniera dei Metrodora,in un’atmosfera rilassata,con un testo però che svela improvvise inquietudini,da leggere seguendo una sfera personale(“amami/uccidi/credimi/seduci ancora amami/poi di nuovo fammi a pezzi,dimenticami e saziami(….)siamo solo demoni”)…..allo stesso tempo è un pezzo molto rock&roll come attitudine,che gioca col contrasto agrodolce testo/musica

“Il Belpaese”è un rilassato trip sonoro attraverso vizi e virtù della nostra Italia,che mi ricorda un pò le atmosfere dei Verdena più calmi  e dei Motorpsycho più pastorali,anche se come ho già detto è solo un gioco di rimandi,perchè i Metrodora hanno sufficiente personalità da mostrare.E’il mio pezzo preferito del disco,lo reputo quello più riuscito,e anche parlarne non ne rende appieno giustizia,essendo davvero una piccola gemma psichedelica;Bello l’uso del pianoforte,dei fiati che fanno capolino e dei reverse che attraversano la canzone e sfociano nel pacato e allo stesso tempo sonico delirio  finale.
“Vuoto”è un altro pezzo riuscito,sempre guidato dalla voce di Federico,guidato da un basso urbano che si sposa a delle chitarre vagamente bluesy,e a volte indie-funk,su di una batteria precisa e implacabile.Il testo continua il viaggio introspettivo tipico dei Metrodora,in un’ottica più oscura e criptica del solito(anche se la voce risulta essere vagamente e,quasi positivamente sorniona,lasciando trasparire un pò di ironia palpabile qua e là);i fiati danno un vago tocco di jazz inaspettato.Anche questa è una caratteristica del quartetto:mescolare più generi all’interno dello stesso brano.Se è pur vero che si tratta di rock(o di come lo si voglia chiamare),è anche pur vero che non capita tutti i giorni di sentire nello stesso pezzo influenze così marcatamente diverse eppure sapientemente mescolate tra di loro,in maniera coerente.
“Semplicità(ho paura di me)”si ricollega in un certo senso al discorso musicale  fatto per “controllo”(ed infatti ritorna la voce di Francesco):attitudine R&R,due chitarre che si inseguono ricamando riff poderosi e sciabolate improvvise,ora calme,ora più spigolose,un testo tra solarità e una velata(ma nemmeno poi tanto) malinconia,introspezione e ironia dichiarata,senza nessuna banalità di sorta(“semplicità/è la mia mediocrità/ma è la mia realtà/(…)).Ritorna quindi il contatto agrodolce con la realtà,amara,ma vissuta anche  un pò in maniera divertita.

Davvero un bell’esordio per i Metrodora.Come dicevo prima,la cosa che balza in primis all’orecchio,è la validità e l’originalità di questi ragazzi,e persino la maturità.Perchè questa è la verità,non si avvertono cali di tensione e qualità nel disco,inoltre come dicevamo prima,non è da tutti sapere mescolare influenze diversissime tra loro,(siano esse gli Stranglers,i Devo,i Television,i Beatles,i CCCp o i Diaframma)in maniera coerente e personale,dando un risultato completamente diverso,originale e senza mai stancare l’ascoltatore.Complice anche la giovane età,ci sono anche ampi margini di creatività:già hanno dimostrato di comporre e suonare bene,e sono sicuro che non deluderanno anche in seguito.Anzi,attendiamo con impazienza e curiosità le prossime mosse dei Metrodora,a cui vanno i nostri più sinceri auguri per un futuro radioso,che -ne siamo certi-non tarderà a manifestarsi.
Sito ufficiale,con info sul disco e sulla band,e quant’altro:http://www.imetrodora.com/foto/

 

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