MOOSTROO “moostroo” (autoproduzione)

Che la scena rock bergamasca sia una delle migliori in Italia è un dato di fatto,e lo sto ripetendo da tantissimo tempo;e non passa giorno che non scopra qualche nuovo,interessante gruppo proveniente da lì.

I Moostroo sono una di queste nuove realtà provenienti proprio da Bergamo e sono un trio davvero notevole:nato all’inizio come Dulco Klo Charm da una costola dei Jabberwocky,il gruppo è arrivato poi recentemente alle denominazione attuale,registrando questo primo cd (uscito da pochi giorni),rigorosamente autoprodotto.

Il sound dei Moostroo è essenziale e asciutto,un rock corposo e diretto dalla forte attitudine alternativa: la line-up della band è volutamente minimale (Dulco Mazzoleni alla voce e alla chitarra acustica “elettrificata”;Francesco Pontiggia al basso e al curioso basso “a due corde”con la slide e Igor Malvestiti alla batteria),ma ciò non deve trarre in inganno,perchè il gruppo è compatto e poderoso,e più che in tre sembrano in sei a suonare,da quanto è preciso e roccioso il sound.

Ma veniamo al disco….

Contenuto in un’amabile confezione ad hoc (un copertina di cartoncino che si apre a linguetta su cui è contenuto il cd dentro,che raffigura un pastore bergamasco),l’album presenta 9 tracce personali ed interessanti,che alternano vari umori e sensazioni,tutte vissute e suonate limpidamente e con passione.

“LPS” (che sta per “lost psychedelic (love) song”) apre il disco con fare notturno ed ipnotico;l’introspezione è al centro dell’attenzione nel testo (“sogni rubati non ce ne sono più/penso veloce e ci sei solo tu/baci rubati,giorni incollati,giochi proibiti/corpi intrecciati,sguardi rapaci,come mi piaci”),svelando alcuni pensieri sull’amore (e sul sesso:ma le chiavi di lettura possono anche essere altre) e sposandosi perfettamente alla musica in sottofondo….insolito l’assolo di basso con slide!

“Il prezzo del maiale” è un brano dall’atmosfera particolare,un rock ombroso carico di groove (con qualche riminiscenza postpunk) che punta il dito con fare critico sulla società odierna con originalità (“COME REGISTA / C’È UN CANE CON LA BAVA,PROTAGONISTA / UN NANO CHE PENSAVA CHE I SOGNI FOSSERO / PIACERE E DISTORSIONE,RESTARE NUDI / MASCHERATI DA CAPRONE”);”Valzerino di Provincia” è una fortissima ballata rock lunatica e senza peli sulla lingua (“ FARINA E CEMENTO PIPPATA AL MOMENTO/MATTONI A MONTONI, PADRONI E FURGONI/IL GOZZO, LA PATTA, LA MALTA BEN FATTA,TRENI STIPATI DI CRISTI ALIENATI“).

“Silvano Pistola” rivela un’andatura funkeggiante e settantiana,a cui è impossibile opporre resistenza:il testo è un atto d’accusa sulla malsana educazione e sulla mancanza di meritocrazia che tanto imperversa ai giorni nostri (“perchè è pieno di balordi anche fuori dalla scuola/al nostro ragazzo servirebbe una pistola” è il crudo ritornello).

Con “Umore nero”,tenendo fede al titolo,torniamo su sentieri più scuri ed introspettivi:le influenza cantautorali sono più evidenti in questa canzone,anche se ben sposate alla consueta attitudine squisitamente rock della band;”Bacio le mani” è un reggae-rock che parla d’amore in maniera inconsueta (“muore la noia stando al tuo fianco/raggi di luna dalle lenzuola/mi stringi amorosa sulla tua pancia/strana è l’attesa,come spina la rosa”).

“Underground” è un altro brano perfetto,in cui il cantato in italiano si ritornella ad un ritornello in inglese estremamente orecchiabile:l’argomento è spinoso-la storia di una vittima e del suo strozzino?-ma trattato in maniera sempre elegante.

“Autocomplotto” è un brano darkeggiante,che mescola dubbi e speranze nel testo (“ho pensieri balordi nella testa/credevo fosse finita/ma poi sei ritornata…amore”):tornano anche le influenze postpunk presenti qua e là nel disco (e perfino un ritornello in inglese con un tagliente cut-up di frasi R&R).

“Mi sputo in faccia” è la simbolica traccia di chiusura:il pessimismo diventa ironia (“mi occorre trovare un rimedio/prima che il cappio mi prenda/e a mezz’aria mi appenda”);forse sputarsi in faccia controvento (Come suggerisce il ritornello) è l’unica soluzione,nemmeno troppo metaforica,per guardare in faccia la realtà e tirarsi su quando le cose sembrano non andare.

Che dire? Questi MOOSTROO sono MOOSTRUOOSAMENTE bravi!

Sanno scrivere belle canzoni memorabili e rockeggiano che è un piacere con bravura ed originalità:il loro album è accattivante e si fa ascoltare con piacere…..una volta inserito il tasto play,non potrete più farne a meno,è un avvertimento!

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