Da Aosta arrivano questi paladini del progressive, grande combo che ci propone una musica davvero ben suonata ed orchestrata, parliamo di gente che ha condiviso il palco con mostri sacri come i Porcupine Tree.

Si parte con In The Silence Of The Night, una intro atmosferica e malinconicamente supportata da un pianoforte straziante, che fa da apripista alla cavalcata Against, dagli echi di Steven Wilson in bella evidenza; si passa poi alla più melodica Faded, coretti sugli scudi per un hard rock un po’ troppo patinato, così come la successiva Animal nella quale lo spettro dei Toto appare inesorabilmente. Le successive Walk e Disturbed continuano sulla stessa strada, pur se con qualche influenza Van Halen.

Struggente Beyond, con intrecci vocali e strumentali degni dei migliori gruppi del genere. Una delle mie preferite, con un pianoforte sempre in grado di donare una marcia in più alla formazione valdostana. Presente anche il funky Wild M.F. e A.O.R. di fine anni ’80 grazie alla princiana Some Trains Never Come, anche se generalmente li preferisco in sonorità più moderne come in All Is Quite In My Heart e Ghost o in ballad come Frailty, in cui una voce soave femminile li avvicina agliAnathema.

Si chiude in bellezza con l’evocativa The Dream Is Over, magistrale sintesi di ciò che potrebbe essere la futura strada di questa grande realtà.

Autoproduzione

2016

Andrea Roddi

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