Andrea Vergnano è un nome che non si ricorda, un timbro che non dispiace, ma che non cattura, si fa fatica a seguire il testo e la melodia.
“Ora che so chi sono”, anche il titolo è difficile e macchinoso da ricordare, proprio come il cognome.
Il progetto mira a diventare “un tormentone”, un ballabile di successo, ma a mio personalissimo avviso, non ci riesce, risultando fallimentare sia in campo “underground”, sia in campo “mainstream”.
L’arrangiamento tutto sommato è ricco, forse troppo ricco, un mix strapieno e ridondante in un’elettronica troppo standard per essere di buon gusto.
Non c’è innovazione, né personalità…a discapito di quello che vorrebbe far intendere il titolo. Tutto è troppo scontato, già sentito e già visto.
Un mastering esasperato, quasi fastidioso dove la voce si perde anziché essere valorizzata.
Una ritmica poderosa di qualità, ballabile, ma offuscata da “troppa roba”, sempre e comunque, dove si ha un minimo respiro solo alla fine, quando il colpo di cassa in quattro è messo in evidenza, togliendo tutto il resto.
Ma non è abbastanza…è una mossa troppo prevedibile e non sufficiente per far scattare quella molla che spinge l’ascoltatore a riascoltare il brano o perlomeno a lasciare una traccia nella memoria, non dico piacere.
E’ davvero un peccato perché il brano poteva risultare più interessante con un arrangiamento più vario, elettronico sì, ma magari più fantasioso.
Nulla da dire invece sul video, girato discretamente, ben montato, una scenografia di buon impatto visivo e organizzato con cura.
Video: 7,5
Presenza scenica: 6
Testo: 5
Arrangiamento: 4
Musica: 3
a cura di Salvo Demo