Il 27 novembre 2017 finalmente è uscito l’album di Paul Pedana dal titolo “Ex-Human”. Il suo è un rock che si rifà alle scelte armoniche e melodrammatiche dei primi Radiohead, ma facendoli uscire dalla stretta galleria dell’alternative anni Novanta, indirizzandoli in una forma pop che non disturba l’autenticità di Pedana, anzi lo rende raffinato, facendolo scappare dai prevedibili cliché del genere.
Paul, con una voce molto decisa anche nei passaggi delicati, prende le distanze dalle proprie influenze, coltivando uno stile proprio. La sua esperienza live in giro per l’Europa si sente, nell’utilizzare la propria voce con una certa disinvoltura, che gli permette di stupire, passando da falsetti da Thom Yorke di “All these rubbles” a veri e propri acuti hard rock su “The hummingbird”, che però hard rock non è, è un blues per solo piano e voce.
Il tema trainante dell’album è la de-umanizzazione dei nostri giorni, più virtuali che concreti, e la conseguente perdita di empatia tra umani e si evince in “Psyborg”, un rock bellamiano. Le progressioni degli accordi evocano sempre scenari cinematografici. “Come in” è un altro esempio di canzone ben costruita, con una parte in chitarra acustica e tanto vento, e una parte con l’ingresso della batteria, del pianoforte e degli archi e una melodia mozzafiato dall’inizio alla fine.
L’esistenzialismo tocca il suo apice in “My lovely lonely place”, un desiderio di fuga eremitica dall’inferno della realtà: “I’m in hell tonight”. In un’epoca segnata dall’abuso dell’autotune non come correzione della voce ma come sua standardizzazione robotica, e dalla freddezza esibita in testi autodistruttivi, Paul Pedana ci ha fatto un regalo di Natale con un mese di anticipo: ci ha portato musica scritta con professionalità e cuore insieme. E la differenza si sente.