Il viaggio comincia da noi stessi. Questo è il messaggio principale che i milanesi Portugnol Connection vogliono trasmetterci nel loro album di debutto, un viaggio dove muoversi è un dovere. In effetti ascoltando questo lavoro non si può star fermi e restare indifferenti a questa musica dove la commistione di genere differenti crea un mix davvero molto interessante, e la differenza non sta soltanto nel genere ma anche nella composizione dei testi dove vengono usate, oltre l’italiano, anche il francese, lo spagnolo, il portoghese e l’inglese. Già dall’apertura con Dans La Rue il ritmo è serrato e tutti gli strumenti si incastrano quasi a perfezione, con un assolo molto graffiante. Il viaggio prosegue sull’Orient Express con un ritornello che ti prende e non ti lascia più. Tutto l’album prosegue su questa falsa riga: si passa dall’inno di Bacco Il vino allo Ska di Madness, Mackie Messer sorprende per la sua chitarra surf, il ritmo torna serrato nel rock gitano di Chango, c’è spazio per il reggae di La luna e il vento, che ricorda i 99 Posse nella loro migliore forma, e addirittura anche per le citazioni punk (Konfucio Road) “Salto sopra il letto in mutande pogando con i Clash” . I restanti ultimi due pezzi Mestizio e Dislivello confermano quanto detto sin ora.In definitiva questo primo album dei Portugnol Connection è un inno alla vita che lo si faccia in prima classe oppure per strada, l’importante non è la destinazione del viaggio ma come lo si vive, senza direzione, godendosi il paesaggio guardando fuori dal finestrino.