Recensione a cura di Giovanni Graziano Manca
Il rock indipendente è un fenomeno musicale alternativo nato e
sviluppatosi negli Usa e in Gran Bretagna sul finire degli anni Ottanta del
secolo scorso. La diffusione di tale fenomeno è, oggi, trasversale, e
interessa in modo particolare non solo gli Stati Uniti e il Regno Unito, ma
tutti i paesi del continente Europeo. L’indie rock annovera anche in Italia
un vero e proprio arcipelago di gruppi che fin dalla sua prima comparsa si
contrappone allo strapotere delle major discografiche, multinazionali che
sono in grado di influenzare tutti gli aspetti fondamentali (economici,
tecnici e/o artistici, dalla ricerca di mercato alla produzione, alla
distribuzione e quant’altro) che stanno alla base delle produzioni musicali
dei gruppi pop e rock. Chi fa musica attribuisce alle multinazionali del
disco azioni invasive che sono sempre strumentali all’esercizio di una
qualche forma di controllo sul repertorio e sulle scelte artistiche delle
bands. L’indie rock nasce proprio come forma di contrasto allo strapotere
di quelle case discografiche che pretendono di “addomesticare”, per così
dire, i gruppi rock, orientando esclusivamente al mercato e dunque al
profitto i talenti, le attitudini e le sensibilità artistiche in essi presenti.
Faccio questa premessa perché ascoltando il nuovo disco dei Barely
Awake (titolo omonimo, 2015) ho pensato, per associazione logica di
idee, che l’azzardata mescolanza di generi tra loro agli antipodi che
caratterizza il discorso musicale del gruppo e la scarsa propensione
“commerciale” della proposta artistica dei ragazzi marchigiani che
compongono l’ensemble, apparirebbero a chiunque
incontrovertibilmente predestinate ad un inserimento nei cataloghi di
qualcuna delle etichette che fanno parte dell’industria discografica
indipendente (certamente più inclini ad assecondare predisposizioni e
scelte artistiche dei musicisti anche quando queste ultime danno luogo a
produzioni poco “vendibili” ma coraggiose come quella dei Barely
Awake). In effetti, quest’ultimo sforzo discografico del gruppo esce in
coproduzione con DIYSCO, piattaforma web dedicata alla musica
indipendente italiana. Un miscuglio centrifugato di Heavy rock &
Progressive rock con l’aggiunta di originali intuizioni dei quattro di Pesaro,
qualche grano di psichedelia e suggestioni altre di vario tipo costituiscono
i pilastri su cui poggia questo buon lavoro uscito nel 2015. Molteplici,
nelle canzoni del CD, i richiami a grandi gruppi storici del progressive
d’oltremanica (come gli Yes e i Genesis) e a gruppi antesignani dell’ Heavy
metal anglofono. Punto di forza dei Barely Awake appaiono la forte
coesione musicale, l’ottima sincronia vocale e la più che rimarchevole
perizia strumentistica del gruppo (Francesco Agostini, Lorenzo Badioli,
Richard Nacinelli, Diego Cardinali). Barely Awake può piacere o non
piacere, ma certo la proposta deve essere apprezzata quantomeno per i
motivi appena detti.
TRACKLIST
01 – Lovers Are Back
02 – Falling Dreams
03 – Down Waterfalls
04 – Eagles, Rain, Storm
05 – 60 Steps To The Depth
06 – Vacanze Romane
07 – Where Else Is Me?
08 – L. 2840,0 [side A]
09 – Mary Anne Kelly
10 – Aerials
11 – Amen
12 – Paper House
13 – No Therapy
14 – Fear And Loathing In Jerusalem
15 – Just Fine
16 – L. 2840,0 [side B]