Opera prima per la cantautrice senese Lisa Giorè.
Un susseguirsi di canzoni ricercate sia a livello testuale, armonico e di arrangiamenti, una fatica che ha sicuramente dell’ottimo per essere un esordio.
L’unico aspetto che lascia un po’ a desiderare è l’incisione, è più una demo che un disco vero e proprio, suono poco curato, quasi assenza di editing in alcuni casi: peccato, perché potrebbe esprimere molto meglio tutte le potenzialità che già si intravedono. Da non confondere con l’abilità dei musicisti, che invece è presente, ci riferiamo alla cura dell’audio e dell’amore per il suono in generale. I testi sono ricchissimi, un fiume di parole, taccuini musicati e si sposano perfettamente in un’incessante scioglilingua musicale.
Quasi una danza tribale è Lo Stato Attuale Delle Cose con una mitraglia di note, di parole: una vocalità disinvolta ci introduce nel suo mondo lirico e musicale.
Chitarra, pioggia e tuoni per Aria Tempesta , un pianoforte apre le porte a una ballata energica e suggestiva.
Fascinosa Sabbia con un ritmo trascinante e avvolgente, esegue gli ordini del vento in una spontaneità magica.
A tratti oscura, vagamente medioevale ed orientaleggiante, questa Danza Macabra , con tanto di tamburelli ipnotici, ghirigori ed intrecci vocali. E non solo.
Brano brevissimo e intenso che si permea di rumori ambientali ben mirati.
Settembre , data d’uscita dell’album e quinta traccia.
Qualche volta ripetitivi i giri armonici, ma non per questo non efficaci.
Apre uno scacciapensieri nel brano Scarse Prospettive , ben legandosi a una chitarra quasi country, interessanti sezioni di fiati.
Un brano intimo e meditativo in un pop con chitarra ritmica, elemento principale, è Parlo di te , non entusiasmante a livello musicale, ma un intelligente diversivo all’interno dell’album.
Misteriosa è Dracula , ottava traccia che ben richiama le tematiche di “Danza Macabra”, risulta sinuosa ed avvincente.
Brano bellissimo, di profonda atmosfera e che fa subito presa nell’ascoltatore, minimale quanto ben scritto, è Il contrario del silenzio.
Ultima, decima traccia, con L’effetto del Vento si dà spazio a una particolare effettistica sulla voce (stile vocoder), atmosfera sospesa ben riuscita.
Archi eterei…ed astratti! Si rende benissimo quell’idea di rarefazione musicale.