A cura di Elena Schipani
Lo scorso 6 aprile è uscito il nuovo album del cantautore bresciano Riccardo Maffoni, intitolato
“Faccia”. Le quattordici tracce dell’album sono come le tessere di un puzzle che, accostate le une
alle altre, vanno a creare un quadro molto più ampio. Le emozioni negative come la rabbia, la
solitudine e l’abbandono vanno di pari passo con la voglia di reagire e ricominciare esattamente
come succede nella vita di tutti i giorni.
L’ultimo album di inediti di Maffoni risale al 2008 ma, a detta dello stesso artista, alla gestazione di
“Faccia” non si imposta nessuna scadenza, nessuna data affinchè il risultato fosse davvero solo la
somma delle emozioni e dei sentimenti che fare musica può trasmettere.
Il primo singolo estratto dall’album è la traccia omonima, “Faccia”. Questo brano è una passeggiata
metaforica accompagnata dal ritmo cadenzato della musica e di un cantato che diventa quasi un
parlato. Tutti gli aspetti della vita vengono analizzati pian piano: il lavoro, i sentimenti, le
relazioni… L’elemento che fa da collante è proprio la faccia: quando va male la si sbatte
violentemente contro la dura realtà ma quando ce la si fa, è la cartina al tornasole della gioia e della
realizzazione.
“Provate voi”. Quante volte si sente dire questa frase? Un giudizio affrettato, una valutazione
sbagliata che rende banale e generalizzata l’idea che ci si fa di una determinata situazione. “Perché
alla fine, se non succede a te, è un fatto che non esiste”. Oggi tutti giudicano senza pensare, senza
immedesimarsi nell’altro; “Provate voi” viene quindi ripetuto in maniera quasi ossessiva per
provare a smuovere qualcosa in chi ascolta.
“Cambiare” è un invito a non fermarsi. Non bisogna fermarsi alle proprie abitudini e comodità. “Si
DEVE cambiare”. Il cambiamento è necessario per non avvizzirsi e per non rinchiudersi in una
sorta di gabbia dorata, perfetta in apparenza, ma pur sempre chiusa a chiave e circondata da sbarre.
“L’uomo sulla montagna” è una storia di solitudine. Un’anima sola su di una montagna, metaforica
più che reale, volge lo sguardo verso la valle pensando che nessuno potrà mai riuscire ad aiutarla,
ad amarla, a renderla viva. Con una grande dose di coraggio, però, inizia la discesa verso quel
mondo che credeva così lontano. Una volta arrivati si guarda il luogo dal quale si proviene con un
senso di tenerezza e anche nostalgia ma con la consapevolezza che ricominciare a vivere è ormai la
possibilità concreta.
“Sotto la Luna” è un brano d’amore. Due innamorati si amano sotto la luce della Luna che veglia su
di loro. Un crescendo musicale, in un qualche modo, accompagna la crescita della passione e
dell’intensità di questo amore. Il mondo, questa notte, inizia e finisce nella persona amata.
“Quello che sei” è un brano che racconta all’accettazione di sé. Ognuno è unico ed irripetibile ed è
inutile cercare di modificarsi. Solo amandosi si può realizzare qualcosa che abbia un valore reale
nella propria vita.
“Le ragazze sono andate” è dedicato agli amori finiti. Nonostante l’amore, queste donne hanno
preferito andarsene perché non si sentivano apprezzate e capite fino in fondo. L’intenzione non era
quella di ferirle ma così è stato e adesso se ne pagano le conseguenze.
“Mi manchi di più”. Si parla ancora di un amore finito, ma questa volta di un amore grande e
importante. Nonostante questa storia sia finita, il ricordo è ancora vivo, pulsa sotto la pelle di questo
amante ferito che custodisce i ricordi di quel legame come la cosa più preziosa.
Chi sono i “Sette grandi” citati in questo titolo? Maffoni fa travestire di sarcasmo i “grandi della
Terra” che diventano il simbolo di coloro che vogliono sottrarre i frutti del lavoro di quelle persone
che si impegano onestamente e quotidianamente per costruirsi una vita dignitosa. Insieme alla
donna amata si può scappare e ricominciare lontano da chi vuole tarpare le ali.
“La mia prima constatazione” racconta in maniera leggera ma abbastanza amara il senso di
abbandono che si prova dopo un grande cambiamento che si concretizza nello scoprire di non essere
più amati dal proprio partner. Vivere in due, amarsi, è bello ma alla fine ci si abitua a stare da soli;
si ripensa con gioia ai vecchi tempi ma si sopravvive.
“Il mondo va avanti”. Si è in tanti su questa Terra, qualcuno riesce a stare al passo e qualcuno no.
Persone diverse, idee diverse, problemi ma nonostante tutto si va avanti senza mai farsi abbattere
dallo spettro del tempo. Si diventa portatori sani di sogni e speranza anche se tutto va male. Ma
tutto passa e la vita va avanti, veloce verso la felicità.
Quando si è soli, in una giornata di pioggia, la solitudine pulsa dentro. “Senza di te” è un brano
intimo dedicato alla mancanza di una persona amata, che diventa Sole e Luce capace di scacciare le
nubi un cielo troppo scuro. La sofferenza è forte, palpabile e la pioggia non fa altro che acuirla
sempre di più.
“Scala D” è un brano strumentale che accompagna verso la fine del viaggio.
E questo viaggio termina con il brano “Tommy è felice”. E’ la canzone del riscatto. Tommy ne ha
passate di ogni nella sua vita, ma adesso è finalmente felice. Può essere libero, amato e può vivere
finalmente la vita appieno ma quella pienezza sta comunque nelle piccole cose; una donna, un
lavoro, un’uscita con gli amici. La rivalsa arriva con la semplicità.