Riparte il progetto “2 RUOTE DI RESISTENZA”: quest’anno é

ALLA RICERCA DEL POPOLO CHE MANCA

image008 image009#2rr

Partirà il 7 giugno da Torino e attraverserà  la penisola arrivando in Sud Italia intorno al 15 luglio. Incontri e interviste ispireranno lo spettacolo narrativo-musicale del giorno.

 

Si potrà seguire questo particolare bike-trip sul blog bikepartisans.org/ e fare la propria donazione su buonacausa.org/cause/2ruote2014

 

Daniele Contardo, suonicista randagio a pedali, dopo anni di tour con il canonico furgone, da qualche anno ha scelto di adottare la bicicletta come mezzo privilegiato di trasporto ed è diventato un vero e proprio trovatore del XXI secolo. O, come si dice nelle Valli Occitane, un Contador. La prima edizione di 2 Ruote di Resistenza (#2RR) risale al 2008 quando, con un gruppo di cicloattivisti No Tav, partì dalla Valsusa al Mugello per proseguire da solo fino a Cinisi, dove partecipò ai lavori del Forum Antimafia.

Dopo sono venute la CicloPoEtica, da Torino a Venezia lungo il grande fiume, due edizioni della BiciNuragica attraverso la Sardegna, la Nave (a pedali) dei Diritti a Barcellona; e la carovana antimafia di Onda Libera con i vecchi amici Modena City Ramblers.

 

Il viaggio 2 Ruote di Resistenza prevede di pedalare durante il giorno e la sera di esibirsi, con l’accompagnamento dell’organetto diatonico, formidabile “ambasciatore musicale” dei migranti di mezzo mondo, usato con singolare versatilità, come testimoniano le esibizioni e le incisioni a fianco di artisti come Modena City Ramblers, Perturbazione, ‘A67, FryDa, Morgan e artisti internazionali come Jason McNiff e Fernando Saunders.

 

Quest’anno #2RR raddoppia le ruote grazie alla collaborazione con Nica Mammì. Storica, giornalista, insegnante di italiano agli stranieri rigorosamente precaria, terrà le fila degli incontri e delle testimonianze che avverranno nel corso del viaggio.

 

In collaborazione con Italia che Cambia e con il Movimento lento, infatti, i due cicloviaggiatori visiteranno, documenteranno, intervisteranno il popolo che manca, ovvero, per parafrasare Nuto Revelli, le persone e realtà che hanno scelto di scommettere sui propri sogni e di disobbedire alle leggi del Mercato e del neoliberismo, in uno scambio di profonda intensità nonostante il ritmo lento del viaggio.

 

Il concerto è giullaresco. Il Contador non si limita al concerto musicale ma, alla maniera dei giullari medievali, modula e costruisce lo spettacolo in interazione con l’ambiente -che può essere un canonico palco ma anche una piazza, un cortile, un portico, un’aia- e interagendo con il pubblico.

Lo spettacolo si snoda attraverso vari fili conduttori storici, narrativi e musicali:

l  2 Ruote di Resistenza

◦ La rivoluzione è come la bicicletta: se non resta in movimento, cade. Resistenza non solo nelle parole, nei contenuti, ma nella forma e nel linguaggio musicale. Chi osa vince, cantavano i partigiani del Battaglione Alleato sulla Linea Gotica. L’organetto unifica le sonorità di canti e musiche di matrice assai diversa, dalla ballata popolare occitana e irlandese al klezmer, dai canti multietnici della protesta Usa (da Woody Guthrie ai chicanos) all’epopea della Resistenza italiana fino all’odierna Valsusa. Affresco storico, ma soprattutto musica in movimento!

l  Vieni avanti, Savoia!

◦ Dalle ballate epico-liriche del repertorio del Piemonte, regione-ponte con la Francia, l’Europa e il

Mediterraneo, si snoda la riflessione satirica tra le frontiere, le (apparenti) differenze e le similarità di bisogni, desideri, rivendicazioni. Nell’antichità il giullare faceva da collegamento tra le contrade, portava le notizie. Oggi che la musica è polverizzata nella cloud e le notizie volano in un tweet, è compito del giullare riannodare i fili della memoria storica. Tra immediatezza e approfondimento.

l  W Marx*! W Lennon!

◦ La leggenda, l’epopea e il paradosso del rock, musica di liberazione per eccellenza. Le canzoni del Giullare del rock’n’roll (il quattrocchi di Liverpool che scriveva favole come Lewis Carroll), di Jimi, dei Clash, dei Bob (Dylan e Marley), sono scarnificate dall’organetto nella loro essenzialità, nel loro farsi narrativa popolare ma senza perdere un’oncia di energia, più vicine e attuali che mai. (*Groucho naturalmente!)

 

 

Daniele Contardo è  giullare e suonicista randagio, Contador, cantastorie e polistrumentista. Al suo attivo l’esperienza decennale nel laboratorio di arte di strada e Commedia dell’Arte Abesibé e la lunga collaborazione con i Modena City Ramblers (vedere i recentissimi Venti, Battaglione Alleato e Niente di nuovo sul fronte occidentale). Anima molteplici progetti musicali, tra cui la fragorosa fanfara di strada Bandragola Orkestar e il funambolico duo FryDa con Francesco Fry Moneti, e ha all’attivo incisioni con artisti internazionali. Sperimenta la fusione di diversi linguaggi musicali, tra teatro e arte popolare, anche a livello didattico e divulgativo.

 

Lucana di nascita e torinese di adozione, Nica Mammì è giornalista pubblicista e collabora con la casa editrice torinese Saperepopolare.com, specializzata in cultura popolare e diffusione di buone pratiche di vita. Ha sviluppato una passione senza freni per la bicicletta, non solo come mezzo di trasporto ma anche come strumento culturale di cambiamento ed emancipazione, con particolare attenzione verso il mondo femminile, esprimendo la propria ricerca nel suo blog Pensieri e a(v)volte parole: come sbarcare il lunario nella crisi. Insegnante di italiano per stranieri e studiosa dei fenomeni di immigrazione interna italiana e straniera, ha lavorato presso le biblioteche civiche occupandosi di catalogazione e attività culturali, ora è pronta per cominciare il suo primo lungo viaggio in bicicletta attraverso la nuova Italia che lavora.

 

 

 

 

Le biciclette usate da Daniele e Nica sono costruite su misura da Boeris Bike

Webzine