SITRA’S MONOLITH “Sitra’s Monolith” (videoradio)

I Sitra’s Monolith sono un trio proveniente da Bergamo e formato da Fabrizio Sitra (voce,chitarra),Manuel Togni (batteria) e Mike Mora (basso),tutti musicisti che hanno fatto del rock la loro missione di vita (sono anche rinomati sessionman).

La musica della band affonda le radici nell’hard rock più sanguigno e viscerale,quello col cuore nei seventies:ed un opening act come “Breaking bad” ne è subito la conferma,essendo un hard/stoner blues venato di ricordi southern,tra grinta e tipico spirito rock;non è difficile immaginarsi i nostri in sella a dei chopper,mentre attraversano l’america,magari per andare a suonare in un festival….

Evocazioni a parte,il disco-l’avrete capito-è da non perdere:ed ecco difatti che si prosegue con “Someway”,puro rock dal cuore seventies,che sa di whisky e vita vissuta,con riff chitarristici accattivanti,un ottimo solo (ed una sezione ritmica infallibile),così come graffiante è la voce dello stesso Fabrizio;”The day of revenge” coniuga riff heavy ad un feeling rock-blues,ed è un brano a cui è impossibile resistere (anche qui un bel solo di matrice “americana” adorna il pezzo).

“Lady in the rain” è una ballata delicata ed acustica ed evoca atmosfere psichedeliche (immaginate una jam inedita tra CSN&Y,i Lynyrd Skynyrd e i Sabbath acustici di “planet caravan”),trasfigurate dalla personalità tutta particolare dei nostri (e c’è anche una bella slide che fa la differenza);anche “Old pictures of you” è una ballata perfetta,che svela il lato più “poetico” del gruppo,ma di fatto non meno rock,perchè il trio non perde un millimetro della sua potenza (bello e arioso l’assolo chitarristico,dominato ancora da una slide fiammeggiante,ma melodica);”Painted face” è un brano che mescola riminiscenze blues e country/southern in salsa hard e ci troviamo di nuovo catapultati nelle lande “americane”.

“The Lonely mountain” è un breve intermezzo affidato alla chitarra,un brano sognante in cui tornano atmosfere oniriche;ma presto arriva un brano più duro,”Not in words”,in cui traspaiono delle influenze metal più evidenti,ma sempre viste in un’ottica inedita e decisamente catchy-anche se “granitica”.

“Fall on me” è una ballata notturna dal cuore rock,e mescola insieme melodia e potenza,anche quando le parti si fanno più rarefatte e atmosferiche (bello anche il cantato,deciso e inconsueto);”Long dark night”,per contro,ha un’atmosfera più nervosa e cangiante,coniugando una ritmica funkeggiante e sinuosa a irresistibili riff hard rock (bello il finale decisamente heavy,in cui tutti i musicisti si sfidano con dei soli-soprattutto il basso e l’infuocata chitarra-dando sfoggio di ottima tecnica,mai fine a sé stessa).

“Fading” è la traccia conclusiva,una canzone ombrosa dalle venature scurissime;torna protagonista la chitarra acustica,che disegna un tappeto bucolico e nuovamente onirico,con una bella inquietudine di sottofondo (tra folk,Al Di Meola e psichedelia);ma-sorpresa finale-appare dopo pochi minuti anche una ghost track eseguita sempre dal solo Fabrizio,in cui il nostro dà sfogo alle sue voglie acustiche,amplificando il lato “jazzato” e classicheggiante che erano già evidenti su “Fading”,chiudendo così il disco in maniera decisamente insolita (ma bellissima).

Signore e signori,i Sitra’s Monolith sono i continuatori del vero,sano rock ( e,più in generale,di un certo modo di fare musica in maniera “sentita”):questo disco è consigliatissimo,uno dei migliori che mi sia capitato di sentire del genere in questo periodo,proprio perchè dotato di anima e di grandi canzoni….Le indubbie capacità dei componenti fanno il resto,sfornando davvero un bell’album:da non perdere assolutamente;la vera musica sta di casa qua!

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