SOCIETA’PER L’INDUSTRIA DEL FREDDO “errori” (ice for everyone/action directe)

Società per l’industria del freddo,o più brevemente,S.I.F.

Dietro questa curiosa sigla si cela una nuova rock band molto interessante,dedita ad un sound ricercato,melodico e potente allo stesso tempo.

Il titolo del loro disco è estremamente simbolico:pare infatti che questo disco dovesse uscire già l’anno scorso,e che un “errore”-per l’appunto-ne abbia ritardato l’uscita (ma un’altra chiave di lettura sono gli “errori” che si fanno durante i rapporti umani,che è il leit motiv dell’album in un certo senso);supposizioni o leggende a parte,dato l’eccellente risultato che oggi possiamo ascoltare,vi assicuro che l’attesa valeva la pena…perchè le dieci canzoni del disco sono tutte molto belle e fresche.

L’album si apre con “12 secondi sintetici”,un rock introspettivo ma graffiante in cui ritmiche poderose si sposano ad una melodia mai banale;anche le liriche scavano in profondità sulla sfera personale (“e adesso cercami/ed immergimi in questa realtà che m’ingrassa/e adesso piango lacrime dal sapore velenoso”) con fare enigmatico.

“Analizzando il tramonto” è ancora più darkeggiante,e allo stesso tempo potentissima;chitarre decisamente hard e moderne illuminano il cammino della band,mentre le liriche rimangono oscure e misteriose (“sublime droga che divori i sensi ed ingoi la mia vergogna”),ma crudamente poetiche.

“Sintomi o follie” è una ballata oscura che continua a scavare nell’interiorità con fare introspettivo (“io so già che cosa ho in mente/è una triste sinfonia d’archi/il tuo volto risplende come specchi all’inferno/tenerezza che dilania”) e visionario;la melodia è sempre presente,ed è resa esplosiva dalle chitarre e dalla sezione ritmica (la band è sempre in grande forma).

Le chitarre lacerano l’aria su”Nel niente”,tra alternative e richiami emozionali post grunge,mentre le parole si fanno amare;su”In te”tornano pensieri d’introspezione ,ed il mix di chitarre abrasive+melodia è sempre più evidente e corposo.

“Nascosta” coniuga insieme arpeggi struggenti e atmosfere dark,con parole pessimiste in primo piano (“ed è arrivato il giorno in cui ti rendi conto di aver perso tutto”);ma la potenza non viene certo messa da parte….anche se qui è tutto più rarefatto.

Sentimenti ombrosi vengono affrontati in maniera originale su “Universo precario” (“un maledetto secondo quanto può influire sulla vita di un uomo?”),un rock più energico che emoziona con le sue poderose distorsioni e con la sua melodia efficace e cupa;”Il resto” rivela influenze grunge in evidenza ,e c’è una certa voglia di rivalsa nelle liriche (“so che sono morto/ma non voglio dire addio a tutto il resto intorno a me”),anche se rimangono sempre oscure e criptiche.

“Nessun guadagno” è una cavalcata hard rock ,con la melodia sempre in evidenza;emergono ancora inquietudini interiori,raccontate con poesia (“come puoi non pensarmi nel buio di stelle spente?”);”Zossener strasse” è la traccia strumentale che chiude il disco,umbratile e notturna,ma allo stesso tempo elaborata e cangiante,ricca di momenti emozionanti e perfino sottilmente psichedelici (ovviamente rivisti sotto l’ottica moderna del gruppo).

Un bell’esordio davvero,che mescola orecchiabilità,robustezza e classe,con la personalità della band che viene sempre fuori….una band che sicuramente saprà farsi largo nell’affollato panorama indie,per l’indubbia qualità della loro proposta musicale….e magari tutti gli “errori” fossero così!

Seguiteli!

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