Siete pronti per immergervi in un mondo strumentale di tutto rispetto?
Stiamo parlando di “Trust” a cura di Emmeffe , nome artista che non è altro l’acronimo di Marco Fantin. Andiamocelo ad ascoltare…e mi raccomando, i link li trovate giù giù sotto l’articolone.
Non fate i pigri, prendete le vostre cuffie, fatevi una passeggiata e sparatevi questo album.
Trust ci incanta con un arpeggio di chitarra quasi ipnotico, che poi passa la “parola” a un synth molto più minimale. Il risultato è assolutamente trascinante nonostante il suo ritmo pacatissimo. Relax, verità, un sound corposissimo e ben definito per oltre sei minuti.
Fire comincia a scuotere il disco con una ritmica pesante, acida, ostinata.
Insomma, tutto l’arrangiamento si comporta esattamente come il fuoco.
Inizia gradualmente, ma deciso, e poi gradualmente risulta essere sempre più devastante, distruttivo, estremo. Un minimalismo concettuale dove nulla è lasciato al caso, esplode, fino a spegnersi.
Signals ritorniamo con un ambient misterioso, a tratti pop, quasi silenzioso. Vagamente bjorkiano, un mood che richiama le atmosfere di Pagan Poetry.
Se ancora non fossimo del tutto convinti che questo album fosse figo, questa terza traccia non fa che confermarcelo in tutta la sua prepotenza.
Affascinante e coinvolgente che non puoi fare a meno di ascoltare il brano fino alla fine.
Void è un ambient estremo che sconfina quasi nel noise, ma a noi “ci piace” perché non è casuale e tutta la traccia è ben organizzata.
Sapete cosa mi ricorda? La musicoterapia!
Andate su Youtube e cercate qualcosa come “frequenze benefiche”, magari associati a dei video assolutamente psichedelici legati alla meditazione.
Sta di fatto che ci ha completamente portati a un’altra dimensione.
Air ha una linea di basso “epica”, ma non solo.
Riesce a costruire una ritmica assolutamente accattivante che sa ben “duettare” con pianoforte, pad e linee di synth. Elemento caratterizzante: il “clap” sul rullante.
Storm gioca benissimo con i sequencer e ci ipnotizza dall’inizio alla fine, giocando con le dinamiche. Qui si segue una po’ la logica di “fire” che inizia gradualmente con (quasi) delicatezza per poi devastare con grande energia. Fino a spegnersi.
Seven come la settima traccia dell’album.
E finalmente un “unz tunz”, ma non il solito. Una ritmo di cassa in quattro, dove vi sono però tanti elementi melodici che ben si intrecciano fra loro, come un sapiente contrappunto.
Water aggiunge un tassello che ci mancava: quello della musica concreta, relativamente ai suoni della natura, ma non solo. Perché l’ambient si fonde benissimo, insieme a tutti gli altri elementi, come i sequencer e i pad ben distribuiti.
Earth continua il discorso iniziato nel brano precedente, mescolando altri suoni della natura a tessuti armonici molto riempitivi, con una leggerissima ritmica “tribale” in sottofondo, simulata dall’elettronica.
Come sei i synth giocassero da elementi percussivi, trovata molto interessante. Tuttavia ben prima della metà del brano, un groove vagamente dubstep, ma molto destrutturato, si fa vivo, ad intermittenza, regalandoci episodi alternati di stasi e movimento, il tutto in una totale raffinatezza compositiva.
Finale con suoni della natura, duri e puri.
Gli amanti del chillout impazziranno per questo disco, non è il solito “paddone” ambient che non finisce mai, né il solito “tunz tunz” dell’elettronica di bassa lega, è un’opera armonicamente ben organizzata.
E chi l’ha detto che la musica per essere “vera” debba esser fatta da strumenti non elettronici?
Che poi non sono solo strumenti virtuali o elettronici, ma ci sono anche delle ottime chitarre.
La musica vera è fabbricata da mani, cervello e cuore, anche utilizzando un computer, software vari, tastiere e diavolerie di ogni tipo.
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE
Marco Fantin è nato a Vercelli nel 1971. Cresciuto tra la musica ha immediatamente cercato di suonare qualsiasi strumento disponibile mostrando curiosità e una decisa passione. Dopo gli studi di pianoforte ad indirizzo classico ha continuato a perfezionarsi dedicandosi all’apprendimento dell’armonia e della teoria musicale, all’uso dei sintetizzatori e allo studio della chitarra rock, pop e funk. Numerose le collaborazioni e le esperienze avvenute nel corso degli anni. Tra queste la collaborazione con la band di rock progressivo Arcansiel, esponenti della corrente neo-progressive con quattro album all’attivo a partire dal 1988. Suoi i synth in tre brani dell’album “Swimming in the Sand” del 2004. É stato anche membro fondatore e chitarrista degli Infrared. Con la rock band milanese ha realizzato l’Ep omonimo d’esordio nel 2016 e il primo album “Souls” del 2017. Sue le chitarre nei primi due lavori della band. Sempre con la stessa formazione ha fatto da apripista ai Jane’s Addiction al Fabrique di Milano durante la loro unica data italiana del tour del 2016. Dopo un rinnovato interesse per il mondo dell’elettronica e dei sintetizzatori nel 2018 da vita al progetto Emmeffe e debutta da solista l’anno seguente con l’album elettronico ed ambient “Trust”.
Oggi gli artisti di riferimento di Emmeffe sono Stephan Bodzin, Jon Hopkins, Apex Twin e Cristian Löffler. Questo ritorno della musica elettronica, supportato anche da un notevole fermento ed interesse che le gravita intorno, offre oggi al musicista ampie aree di azione e di sperimentazione. L’aver approfondito le conoscenze sulla sintesi sonora durante il periodo d’oro dei synth negli anni ’80 gli è di supporto per affrontare con un sufficiente background l’ingresso in questo nuovo universo musicale.
Presentazione di “Trust”:
“Trust” è l’album d’esordio di Emmeffe, questo il nome del nuovo progetto elettronico di Marco Fantin, musicista attivo da anni sui palchi della scena rock milanese. Nove tracce inedite per 38 minuti di musica strumentale che vogliono portare al pubblico una parte del suo nuovo mondo musicale.
L’artista ci presenta “Trust” con le seguenti parole:
“I suoni mi attraversano, arrivano da fuori, dai tetti che vedo dalla mia finestra, rimbalzano su di me e diventano musica. Sono a mia volta uno strumento musicale, un recettore di melodie e note. La notte, nel mio studio, è nato questo album che imprigiona e sprigiona emozioni e lo fa in modo schietto e diretto come sono io”.
Il titolo dell’album allude ad un patto di fiducia tra uomo e natura. L’artista ci dice anche che: “Così come mi accorgevo che mentre i brani crescevano le soluzioni arrivavano e mi venivano suggerite dalla musica stessa, allo stesso modo dovremmo prendere consapevolezza del fatto che molto spesso è la natura a suggerire le soluzioni ai nostri problemi. Lo ha sempre fatto e sempre lo farà. In questo periodo in cui i problemi climatici e del pianeta iniziano ad arrivare all’attenzione di tutti, dobbiamo anche imparare a fidarci della natura in cui viviamo poiché ne siamo parte. Per questo la copertina dell’album rappresenta questo indissolubile legame, siamo connessi, non possiamo vivere separati. La musica di “Trust”, attraverso la descrizione di paesaggi sonori, suggestioni ed emozioni, vuole trasmettere proprio questo messaggio”.
L’album “Trust” è disponibile in tutti i music store digitali.
Album: Trust
Artista: Emmeffe
Tracce: 9
Durata: 38 min.
Genere: Elettronica, Ambient, Downtempo
Label: Auto-produzione
Track List:
01. Trust
02. Fire
03. Signals
04. Void
05. Air
06. Storm
07. Seven
08. Water
09. Earth
Web links:
Sito ufficiale: https://emmeffemusic.com/
Email: emmeffe.web@gmail.com
Social:
Facebook: https://www.facebook.com/
Instagram: https://www.instagram.com/
Link per l’ascolto:
Spotify:
https://open.spotify.com/
Bandcamp:
https://emmeffe.bandcamp.com/
Apple Music/iTunes:
https://music.apple.com/us/
Amazon Music:
https://www.amazon.it/Trust-
Google Play:
https://play.google.com/store/
Deezer:
https://www.deezer.com/en/
Music composer, musician, artist from Milan, Italy.
Emmeffe is a one man electronic project created by Marco F. in Italy which takes influences from various types of music genres. The project started in early 2018.