Qualche settimana fa parlammo del disco”I mediocri”di Michele Maraglino,un gran bel lavoro fresco e interessante,che si scagliava contro la mediocrità e la vuotezza dei giorni nostri.
Avevamo promesso che avremmo parlato nuovamente-e presto-di Michele e dei suoi progetti(ricordiamo che oltre alla sua carriera solista,Michele porta avanti la label LA FAME DISCHI,una delle più interessanti nel panorama indipendente italiano e non solo)e difatti ci ha gentilmente concesso questa intervista,in cui ci spiega il suo modo di essere,le sue canzoni e tanto altro.
Di seguito,quindi vi riporto appunto quest’intervista,com’è nella tradizione di questo blog:senza censure,la pura e succosa verità.
(Vi anticipiamo che prossimamente ci sarà anche un’intervista a Peppe Marazzita,altro artista della scuderia”la fame”).
Buona Lettura!
1.Michele,innanzitutto per cominciare una domanda riguardo il titolo del disco.Chi sono secondo te i mediocri?
Un ragazzo che fa domanda alla regione per un corso retribuito 600 euro al mese per 6 mesi come tecnico del suono (ne ho sparato uno a caso) a cui però non glien’è mai fregato nulla di impianti, mixer, amplificatori, ecc., ma che lo fa solo per “tirare avanti” altri 6 mesi.
2.Le tue canzoni sono molto belle ed originali,con una personalità molto forte.Quanto c’è della tua vita per così dire”privata” in esse?
Bè credo che dentro il disco ci sia finita la mia situazione attuale, ovvero la situazione di un ragazzo under 30 che non riesce a trovare il suo posto in un paese come l’Italia, un paese “cattivo” con chi non segue le solite strade, ma vuole vivere a pieno la sua vita facendo solo ciò che sente. Ti assicuro che non è facile e inevitabilmente tutto questo finisce nelle canzoni.
3.Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato maggiormente?Quelli che ti hanno spinto,all’inizio,a scrivere canzoni,imbracciare una chitarra e tentare?E sono gli stessi punti di riferimento che hai oggi?
Ho cominciato ad appassionarmi alla musica intorno ai 13 anni. Ho subito manifestato preferenze per quella italiana e sono cresciuto con i primi Litfiba, i primi Marlene, gli Afterhours e i primi Verdena, per poi passare a gente come Marco Parente, Benvegnù, Moltheni, Marta sui Tubi, ecc. Penso sia partito tutto da lì. Al liceo infatti avevo un gruppo che poi all’Università si è sciolto e ho continuato da solo. Ora ascolto molti cantautori, ma anche gruppi, sempre in prevalenza italiani e indipendenti conosciuti e non.
4.Ci sono un paio di canzoni del tuo nuovo disco che fotografano perfettamente la situazione pesante che c’è oggi in Italia,ma con accattivante e sottile ironia.Sto parlando di “L’aperitivo”e”Lavorare gratis”.Secondo te come possiamo fare per uscirne?Sia da questa fottuta crisi,precarietà che dir si voglia,sia da tutto questo vuoto apparire?
La situazione secondo me è abbastanza grave. Come dicevo prima questo paese è diventato un paese “cattivo” con il diverso, con l’altro, con lo straniero. E’ diventato un paese dove l’unica cosa importante è il divertimento. Dove quello che conta è la ricchezza, il potere. La tv ha fatto dei danni pazzeschi da quando ha smesso di parlare di passione, amore, sacrificio per qualcosa in cui si crede e ha cominciato a parlare di figa, soldi, potere, benessere. Tutto questo ha generato un individualismo diffuso che ha fatto credere alle persone che se sei più furbo te la cavi da solo ai danni degli altri. Così facendo però abbiamo perso tutto, abbiamo perso i nostri diritti sul lavoro, abbiamo perso il lavoro stesso, ma la cosa più grave che ci hanno tolto è la capacità di protestare veramente, di ribellarci, di unirci e farci sentire. L’unico modo per uscirne secondo me è la solidarietà, è lo stare insieme e uniti, è spegnere la tv e informarci davvero, essere preparati e non farci fregare più, insieme.
5.Nel tuo disco vengono trattati anche con divertimento e in maniera non banale,anche i sentimenti tra uomo e donna.Cosa pensa Michele Maraglino quindi dell’amore?E cosa si prova a cantarlo?
In realtà non canto esplicitamente d’amore, ma più in generale. Penso che una vita per essere vissuta a pieno deve essere mossa dall’amore. Amore per quello che si fa, amore per quello che si ha e amore per la persona con cui abbiamo scelto di condividere tutto. Condividere è importante. Non siamo fatti per stare soli, anche se secondo me per vivere l’amore in modo sano dobbiamo imparare a volerci bene, ad accettarci e a saper stare soli.
6.Michele,tu sei il deus ex machina della Fame dischi,registri e componi la tua musica,hai avuto anche un side-project(Love yourself first)….Ma come fai a fare tutto?Vorrei saperne di più anche su “love yourself first”,appunto….
Love Yourself First è un progetto parallelo che ho messo in piedi qualche tempo fa nel periodo in cui nasceva La Fame Dischi. Vendendo che le cose con la fame andavano bene e siccome per la realizzazione del mio disco all’epoca era ancora presto, ho voluto lo stesso partecipare alle prime uscite dell’etichetta. Ho registrato alcune canzoni in cameretta con veri e propri “mezzi di fortuna” e ho messo i pezzi su internet sotto il nome di LYF appunto. Ho visto che piacevano così ho continuato (all’attivo ci sono 3 ep), ho fatto anche qualche concerto in giro per l’Italia ed è uscito un videoclip ufficiale. Mi sono molto divertito, ma lo considero un capitolo chiuso ormai altrimenti davvero non riesco a stare dietro a tutto.
7.Michele,come vedi l’attuale stato della musica indipendente italiana?
E’ un casino. Esce troppa roba e soprattutto chi è agli inizi, soffre questa sovrabbondanza nel farsi notare. Io personalmente e in tutta sincerità ascolto poca musica e sempre più spesso in maniera superficiale, mentre faccio altro. Spesso mi chiedo su che cosa si basi il successo di un gruppo, se dalla fidelizzazione dei propri fan alle canzoni o più che altro dal “casino” che la propria etichetta o ufficio stampa riesce a sollevare. Proprio per questo ultimamente con La Fame Dischi ci siamo un pò calmati. Ponderiamo le uscite e puntiamo più sulla qualità che la quantità.
8.Cosa consiglieresti ad un gruppo,o ad un cantautore,che vuol seguire le tue orme o addentrarsi nel percorso discografico/musica propria?
Bè innanzitutto consiglio di studiare. Il saper fare bene una cosa alla fine paga sempre. Quindi tanto studio e tanto esercizio. Poi ci vuole talento e fortuna in quantità industriali.
9.Secondo te,i luoghi in cui si è vissuto e in cui viviamo,influenzano un pò la scrittura musicale?A tale proposito,se sì,quanto sono importanti Taranto-che non a caso viene evocata nel tuo pezzo omonimo-e la città attuale in cui vivi?
Taranto è un pezzo scritto apposta per la mia città, che parla della situazione non facile in cui si ritrova la città in cui sono nato e in cui ho vissuto i primi 23 anni della mia vita. Credo sia una cosa a parte, ma comunque si, sicuramente i luoghi in cui si vive hanno un’influenza su ciò che si scrive.
10.Grazie per le risposte e per la pazienza.Noi di audiofollia ti auguriamo un grande successo per il tuo lavoro!Vuoi aggiungere qualcosa per i tuoi sostenitori?
Grazie mille ragazzi e complimenti per quello che fate, alla prossima!