Àlia- Ària(Ep autoprodotto,2013)
Oggi vi parlo di un EP molto particolare,del cantautore Àlia,pseudonimo dietro il quale si cela Alessandro Curcio,al suo primo lavoro solista dopo l’esodio con i Quartocapitolo.
L’ep in questione è molto interessante,perchè si tratta di un disco sì cantautorale,ma con varie sfumature diverse,nella sua poesia.
Perchè di pura poesia in musica si tratta,in un viaggio sonoro introspettivo.
Apre il disco,con l’introduzione affidata ad incisivi reverse chitarristici,”Lana”,un rock dalle tinte dark(e con qualche riminiscenza new wave),in cui si fondono alla perfezione musica e poesia,come dicevamo poc’anzi;il tappeto sonoro,infatti,cesella di fino le inquietudini e le riflessioni esistenziali del testo(“A tanto vale avere occhi?/A perdere il controllo?/Una volta ingoiata l’età del non-ritorno/A cosa serve avere un centro su cui ruotare/se non puoi osservare,addentrare per raccogliere ogni centesimo?”).
Morbida,malinconica e sognante è “Calathea”,un racconto metaforico di grande trasporto emotivo riguardante la sfera sentimentale. Bellissimo il contrasto tra la dolcezza della musica e la poesia scura del testo,comunque mai sopra le righe nel descrivere un rapporto difficile(“ma la casa è troppo piccola/la mia casa è troppo buia/e io sono buio/io sono il buio per te”). Da segnalare l’ottima performance sonora in risalto,ad opera dello stesso Curcio insieme a Giuliano Dottori(che suona quasi tutti gli strumenti,anche nel resto del disco,oltre che a produrlo).
“Erri”è invece un omaggio non troppo velato allo scrittore Erri De Luca su un calmo sentiero sonoro,una sorta di folk rock condito di spleen;un brano molto delicato,molto suggestivo,dominato da un riuscito incastro di chitarre arpeggiate.
Che la poesia sia parte integrante della vita di Àlia,non vi è ombra di dubbio;difatti anche il brano successivo,”Eleonora”,è un richiamo alla storia d’amore tra Eleonora Duse e Gabriele D’annunzio.
Uno dei pezzi più riusciti del disco,dall’atmosfera quasi psichedelica,non priva di suggestioni umbratili,dominato da pianoforte e chitarre,in un gioco di rimandi di grande tensione emotiva con dei versi di rara bellezza(“tutti gli oggetti sparsi sui divani/ricordo quel volo in aereoplano/Io che rubavo il fuoco con le mani/te lo donavo/Eleonora ascoltami/non sono io,non sei tu(…..)Io non ho avuto paura perchè/tu sarai sempre mia/sei come l’aria buona di questo lago”).
La tromba che appare nel finale(suonata da Roberto Villani)dona un tocco vintage e un po’ jazzato alla coda del brano. Poesia allo stato puro,bellissima traccia quindi.
La poesia non abbandona nemmeno il finale del disco,”Heym”,che narra la scomparsa del poeta omonimo e,parallelamente,del Titanic,con i versi centrali in tedesco.
Un brano molto emozionante,in cui ritorna la tromba di Villani,in un’atmosfera più profondamente psichedelica,senza abbandonare i tratti morbidi e fascinosi che sono il trait d’union del disco.
Pura poesia fatta canzone quindi,e un disco molto bello,che non annoia mai;da segnalare,oltre all’ottimo songwriting,anche l’eccellente voce di Alessandro e l’altrettanto eccellente background sonoro(e la produzione)di Dottori( Amor Fou). Un cantautore da tenere d’occhio,che non vediamo l’ora di sentire in un disco a lunga durata(e dal vivo)!
Per scaricare il disco,in free download:alia.bandcamp.com