THE RUST & THE FURY “may the sun hit your eyes”(La Fame dischi/Cura Domestica,2013)
Che la Fame dischi sia sinonimo di qualità,ormai non vi è alcuna ombra di dubbio: chi segue questo blog,ormai è abituato alle succose novità dell’etichetta umbra;ormai,quindi,è un dato di fatto che le uscite della label siano di indubbia qualità,come indubbia è la capacità di scovare dei talenti sopraffini nel marasma del rock indipendente italiano.
Oggi vi parleremo dunque di una nuova uscita per La Fame,seppur in collaborazione con un’altra label umbra,la Cura Domestica(che fa capo all’omonimo studio di regsitrazione):il disco che tratteremo è l’esordio di un gruppo perugino chiamato The Rust and The Fury,ed è un ottimo “primo capitolo”per questa formazione.
La band,in verità,arriva al disco dopo diversi anni di gavetta sudata:difatti una prima line-up del gruppo esisteva già nel 2004,con Daniele Rotella(Voce e chitarra)e Marco Zitoli(basso e voce),che dopo un iniziale scioglimento della formazione(ed esperienze in altri gruppi),hanno deciso di riformare il gruppo nel 2011 con i nuovi componenti Francesca Lisetto(tastiere e voce),Francesco Federici(chitarre e voce)e Andrea Spigarelli(batteria).
La band ha lavorato duramente,smussando inizialmente i vecchi brani,aggiornandoli al nuovo sound e alla nuova formazione;poi,dopo un rodaggio attraverso anche importanti date live,ha cominciato a comporre altro materiale,del tutto nuovo,che è poi quello che oggi abbiamo il piacere di ascoltare;probabilmente non solo il lavoro di composizione e scrematura,ma anche le esperienze dei singoli componenti con vari gruppi nel corso degli anni(ricordiamo,che Rotella e Zitoli hanno fatto parte di Matta-Clast e Perfect Trick,così come Federici nei Rubik3 e Io non so+chi sono e Spigarelli nei Pornovalium e nei Wonder Vincent),hanno fatto sì che oggi ci arrivi questo esordio che suona splendidamente maturo,originale,affidato quindi ad una band sì nuova,ma estremamente curata nei minimi dettagli,senza lasciar nulla al caso.
Questo brillante disco è la summa di varie componenti stilistiche,seppur riconducibili ad un rock alternativo:però il quintetto ha un sound estremamente godibile e originale,melodico senza essere ripetitivo o scontato,allo stesso modo al passo coi tempi ed accattivante.
Fin dalle prime note di “Roundabout”non si hanno dubbi sul reale valore della band:su una melodia che riporta alla mente i migliori momenti del rock inglese ,si sposa un tappeto sincopato che farebbe gola ai gruppi più intansigenti dell’attuale scenario indie-funk;ma sono solo sensazioni di rimandi brevi,perchè lo scintillante lavoro delle tastiere e dei riff (e dei soli) penetranti delle chitarre,oltre alla personalissima voce,portano il brano in una direzione differente,e improvvisa,col suo susseguirsi di campi atmosferici,sempre con una melodia catchy in primo piano:un eccellente inizio,che davvero brilla di una sua particolare luce rock.
Ma la band non ama certo ripetersi e difatti con “Francis with God”,ci troviamo in un’atmosfera differente:un brano gioioso,che mescola influenze sixties ai Pixies più melodici,e un potenziale primo hit-single per la band. Il gruppo potrebbe fare faville anche all’estero,a mio avviso,per il proprio sound curatissimo e la perfetta pronuncia inglese!
Rarefatta e moderna è “Laughing for nothing”,ennesimo cambio di atmosfera(è il bello di questo disco,il non ripetersi mai!!!!!),con la voce femminile di Francesca in primo piano(oltre che alle tastiere e a delle chitarre vagamente”tropicali”,estive). Una delle canzoni più originali che mi sia capitato di sentire negli ultimi tempi,per la sua capacità di sintetizzare anime diverse all’interno di essa.
Chitarre in grande spolvero su “Keep on”,dal sapore indie/alternativo. Molto bella l’atmosfera della canzone,in bilico tra solarità e una lieve malinconia appena accennata,ma subito spazzata via dal tornado chitarristico finale,che illumina tutto.
“Be the one”stupisce ancora una volta,con la sua anima pacata,all’insegna di un country-folk rock “nuovo”,che incatena e rapisce l’ascoltare con il suo susseguirsi di delicati arpeggi e dolci melodie fuse in un crescendo di emozioni,che sfocia nell’elettricità del finale.
“She was too late”è un pezzo ricco di sfaccettature armoniche,molto raffinato a suo modo;tra arpeggi acustici (in evidenza una chitarra 12 corde,strumento che non sempre capita di sentire in produzioni moderne,e questo fa quindi ulteriore onore quindi ai Rust!!)che si rincorrono e un ritornello a cui è impossibile resistere. Un brano che continua a stupire anche nel caleidoscopico finale,tra chitarre spaziali e arpeggi ariosi.
Grintosa e infuocata”These days”,tra perle di riverberi e impetuosi muri di suono chitarristici(ma con un tagliente lavoro di tastiera che fa capolino),la versione del rock&roll secondo The rust and The fury:un brano che sicuramente sarà il piatto forte degli spettacoli live,perfetto mix di aggressività e melodia.
Il gran finale è in arrivo con “Devil”,che coi suoi 7minuti e mezzo è proprio una conclusione col botto,da fuochi d’artificio. Grande tappeto di tastiere e riff cristallini di chitarra(con un tocco di psichedelia appena accennata,addirittura “progressive”in alcuni frangenti) adagiati su una sezione ritmica precisissima;una costruzione originalissima e personale,con insoliti cambi di atmosfera. Un brano stupendo,con un finale da urlo,con i cori e l’atmosfera”spaziale”a fare da contorno in crescendo.
The Rust and The fury,quindi,è una band che ci ha stupito dall’inizio alla fine nel loro disco:un lavoro riuscitissimo,che sfugge alle blande definizioni.
Se è pure vero che di rock si tratta (e come dicevo all’inizio,riconducibile ad un certo flavour alternative),è anche vero che è impossibile incasellare in una mera categoria il gruppo e la sua musica:perchè i nostri hanno saputo miscelare tutte le loro influenze,le loro anime,in un qualcosa di nuovo,fresco,pulsante. Impossibile non rimanere attratti da questa caleidoscopica musica;siamo certi che ne sentiremo parlare,e per lungo tempo ancora,così come siamo altrettanto sicuri che questo gruppo non ha nulla da invidiare ad altre band più note e che potrebbe conquistare fama e fortuna anche all’estero,data l’”internazionalità”della loro proposta(complice anche il cantato in lingua inglese,che come dicevo prima,è praticamente perfetto!). Supporto totale a The rust and the fury allora,in attesa di sentire altre novità uscire dalla loro penna:siamo impazienti!STOP PRESS!E’ di queste ultime ore la notizia che un brano dei Rust & the Fury è stato utilizzato come “colonna sonora”per uno spot della BMW.Riportiamo quindi il comunicato stampa ufficiale della Fame dischi che ne parla:
Sarà il brano Keep On dei The Rust And The Fury a fare da colonna sonora al nuovo spot web che verrà lanciato online dalla prossima settimana dalla BMW MOTORRAD. Lo spot da 30 secondi è stato girato dalla casa di produzione Beemotion per la regia di Danilo Carlani e Alessio Dogana, per l’agenzia BCUBE Italy e verrà diffuso nel sito BMW, nella pagina facebook ufficiale BMW e su YouTube (gli spot che compaiono prima dei video per intenderci).
ASCOLTA KEEP ON
http://youtu.be/D9bC4a4MRP0

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