CLAUDIO DEORICIBUS with ANDREA BRAIDO “Cuarenta” (Videoradio/Rai Trade,2013)
Quello di cui vi parlerò oggi è un disco incredibile.
“Cuarenta” è il nuovo lavoro di Claudio Deoricibus,un funambolico chitarrista di estrazione classica,che ha dedicato la sua vita allo studio e all’interpretazione del flamenco,da quando quattordicenne,ebbe la folgorazione ascoltando i dischi di Paco De Lucia (ma in realtà studiava lo strumento da molto tempo prima,dall’età di 8 anni).
E difatti il titolo “Cuarenta”,non è solo un omaggio all’effettiva età di Claudio,ma anche a De Lucia:difatti,sono passati quarant’anni anche dall’uscita del brano”Entre Dos Aguas”,il più conosciuto del chitarrista spagnolo….e Claudio lo omaggia anche nella prima traccia del disco,ma di Questo disco non è solo l’occasione per mostrare al mondo l’innato talento di Deoricibus,ma è anche un incontro di “titani” della chitarra:difatti Claudio in quest’avventura non è sempre solo,ma è accompagnato in buona parte del disco da Andrea Braido,un altro mago della 6 corde che sicuramente molti di voi conosceranno per i suoi lavori come turnista per i più importanti artisti italiani (breve appunto per gli smemorati:è stato chitarrista di Vasco Rossi dal 1989 al 1993,ma ha lavorato anche con Celentano,Patty Pravo,Mina e tanti altri)ed anche autore di alcuni album da solista di alto tasso tecnico.
Con queste premesse,avrete già capito che si tratta di un album da non perdere assolutamente.
L’album si apre con “Don Paco”,la dedica al maestro De Lucia di cui parlavo poco fa;è un brano scorrevole,un viaggio sonoro affascinante e ricco in terra ispanica (e non è un caso che l’arte di Claudio richiami spesso i suoi viaggi in quella terra;e non potrebbe essere altrimenti)….ottima l’idea di”dividere”le due chitarre per canale(che verrà mantenuta nel corso dell’album per tutti i duetti tra i due musicisti):difatti,la chitarra “flamenco”di Deoricibus sta,all’ascolto,in evidenza sul canale sinistro,mentre la “classica”di Braido sul destro.
E l’anima del flamenco viene fuori in tutta la sua intensità sulla successiva “Plaza del sol”,un’eccellente sequenza solare che strabilia per l’impressionante tecnica e pulizia dei due chitarristi (strabilianti le parti veloci,sempre limpide e chiare) ,che paiono due pittori che disegnano la stessa tela,che viene arricchita man mano dalla personalità dei nostri,con minuzia di particolari;ma non si deve pensare che il brano sia solo sfoggio di mera tecnica e nient’altro,perchè al contrario,si tratta di una traccia estremamente godibile ed orecchiabile,perfino cantabile. (Al brano partecipa anche Marcello Mossa alle percussioni,nello specifico al”cajon”).
“Sevilla”è un brano dall’atmosfera notturna, eseguito in solitudine dallo stesso Deoricibus:esecuzione impeccabile,grandissima tecnica,ma anche tanta,tanta emozione che non manca mai….un brano più riflessivo e meditativo,in cui le singole note e gli intricati passaggi scavano a fondo nell’anima di chi ascolta….
“Cuerda y nada mas”sembra,fin dal titolo,esemplificare la filosofia di Claudio (sta a suggerire”la musica parla per me e vale più di mille parole”);è un brano accattivante,una moderna rivisitazione del flamenco (potrei azzardare la definizione di”flamenco rock acustico”,per via della sua particolare cadenza),che vede la partecipazione di Marcello Mossa(cajon)e di un morbido sax,suonato da Corrado La Ferla….inutile rimarcare che sono rimasto a bocca aperta per tutta la durata del brano,ad ammirare le parti intricate del brano!
La title-track è un brano più malinconico e riflessivo che vede Claudio duettare nuovamente con Braido in maniera decisa ma al tempo stesso contemplativa;anche qui l’andatura “spanish” viene riletta in un modo personalissimo,contemporaneo.
“Luz sobre la mar”è un bellissimo pezzo che gioca tutto su dinamiche chiaroscure, in cui Claudio si ritrova nuovamente da solo a mostrare tutta la sua maestrìa chitarristica e compositiva;”Tango del mar”prosegue con un certo tipo di immaginario sonoro ed è un tango introspettivo ed intenso,con in aggiunta le percussioni di Nicola Atzeni .
“Ventanas Rumberas”è nuovamente con Braido,ed ha un’ irresistibile andatura gitana(inutile rimarcare ancora la bravura dei due musicisti,che raggiunge livelli da capogiro);ritroveremo in seguito i due in un ultimo brano insieme , “Improvisando”,una jam chitarristica dal flavour andaluso,tra ritmiche spagnoleggianti e qualche spezia “orientale”di contorno (ma prima di essa c’è tempo per un brano mosso-e malinconico al tempo stesso-eseguito con il fido Marcello Mossa al cajon,“La luz de aljsha” in cui Claudio suona sia la chitarra che il mandolino).
Sapori gitani e passi da siesta vengono evocati su “Khamsin”(ospite oltre a Mossa,Mohamed Said alla tabla e alla darbuka),mentre “Fadela” è un altro tassello di grande fascino ,eseguito in perfetta solitudine,in cui le trame sonore si fanno più umbratili,sempre altamente evocative.
“Tango de los colores”chiude in maniera riuscita e sottilmente briosa il disco (anche se non manca mai un tocco d’introspezione emotiva e perchè no,di mistero) e fa venire nuovamente voglia di perdersi in danze sfrenate d’altri tempi.
Un ottimo lavoro,dedicato agli amanti della musica VERA e che tutti i musicisti dovrebbero ascoltare:io stesso,essendo chitarrista,sono rimasto folgorato dall’incredibile tecnica di Deoricibus (oltre ad ammirare anche l’ospite Braido,che conoscevo già musicalmente,anche se non in questa “veste”);davvero un must che tutti gli amanti della chitarra-ma anche chi ama un certo tipo di sonorità-non devono lasciarsi sfuggire….un disco che fa viaggiare la mente,e rilassa anche.
Inoltre,c’è un valore aggiunto all’album:come dicevo prima,il livello tecnico rimane sempre altissimo durante tutta la durata del disco (sia compositivo che esecutivo),ma non annoia mai,anzi le composizioni scorrono sempre via che è un piacere….ascoltare per credere!