Icaro voleva volare, era il suo più grande desiderio, la ragione per cui ogni giorno progettava come poter sfidare il cielo, in una gara che finì per dimostrare, invece, quanto vano fosse il suo desiderio ed azzardato il suo tentativo. Fabio vorrebbe essere una rondine, ma non vuole mettersi in competizione con lei, elegante, gentile, affabile….padrona, lei sì, del cielo, degli spazi infiniti dei quali anche Fabio vorrebbe scoprire il mistero, il senso dell’autentico messaggio. Rimpianto, emozioni forti legate al ricordo, ad esperienze sensoriali vivissime che spaziano dagli odori, alla vista, al tatto, all’udito, trasferite, poi, su un piano di sublimazione con versi che altro non vogliono esprimere se non la storia di un animo ed il percorso arduo e difficile compiuto verso la maturità, quel “ succoso frutto appeso all’albero”che rende i ricordi fruibili e densi di significato.

Immagini si rincorrono, si accavallano e si rendono altamente poetiche, pur nella propria umile sostanza, grazie al “parlare” delle rondini, divenute testimoni del passare inesorabile del tempo. Il tempo “che scortica la giovinezza”, in un susseguirsi lesto di stagioni, di cui la più inclemente sembra sommare in sé  messaggi significativi e simbolici, con il freddo, il vento di tramontana, i nuvoloni grigi, le piogge forti, la grandine, le brine…che invitano alla solitudine e la favoriscono. Dando così occasione di riflettere, di guardarsi dentro, in una ricerca di rinnovamento spirituale che implica l’osservazione attenta  della Natura e dei suoi fenomeni, per poterne afferrare il senso ed i messaggi reconditi. Il grande Shelley agognava farsi tutt’uno con il vento, portatore di vita, “ O Wild West Wind- Thou breath of Autumn’s being- Thou, from whose unseen presence the leaves dead- are driven….”   Fabio agogna essere una rondine, leggiadra e leggera, che lo porti in alto a capire la sostanza della vita.

(Lucia Tanas)

Webzine