Girless è il progetto solista di Tommaso Gavioli dei Girless & The Orphan, mentre “I Have A Call” è il primo album solista uscito il 3 Aprile scorso per conto di Stop Records, To Lose La Track e la label tedesca Tim Tam Records.
Registrato, prodotto, mixato e masterizzato allo Stop Studio di Rimini da Andrea Muccioli e Ivan Tonelli.
L’album tratta di 7+1 personaggi celebri morti suicidi. Girless, cercando la via dell’immedesimazione, prova a narrarci la loro vita, immaginare i pensieri e cosa ha portato al triste epilogo.
- Da cosa è nata l’idea di raccontare in musica otto personaggi suicidi? Te la senti di erudirci personaggio per personaggio, spiegando a parole quello che avete messo in musica?
Un giorno navigavo noiosamente e pigramente sul web e, non so per quale motivo, mi sono imbattuto in una pagina in cui venivano raccolte le biografie di personaggi celebri morti suicidi. Da lì mi sono interessato sempre di più all’argomento e ho cominciato a documentarmi su vari personaggi: da lì ne ho selezionati otto, non per forza i più interessanti, ma quelli per cui ho provato più empatia e che mi hanno colpito maggiormente, e ho cercato di mettere in musica e parole quelle che potevano essere le loro sensazioni.
- Raccontaci il percorso che ti ha portato alle etichette Tim Tam Records, Stop Records e To Lose La Track
Beh, Stop Records è l’etichetta che mi ha lanciato ai tempi dei Girless & The Orphan, è formata da miei concittadini e amici di lunga data (Ivan e Andrea) e oltretutto ho registrato ogni mio singolo disco nel loro studio. Il rapporto con To Lose La Track è nato nel 2012, quando Luca Benni ci chiamò a suonare al consueto festival estivo dell’etichetta (Italian Party). Eravamo una delle poche band a partecipare al festival a non fare ancora parte della sua etichetta, da lì è partita una proposta di collaborazione amichevole e da allora sia come band che come solista non c’è disco che non abbia il marchio To Lose La Track. La Tim Tam Records semplicemente si è interessata al mio disco, è l’etichetta satellite della Dingleberry che aveva già collaborato con altre band TLLT e sono stato ben felice di poter avere un aiuto nella distribuzione anche fuori dall’Italia.
- Abbiamo avuto modo di guardare il video di Ernest, primo estratto del disco. Raccontaci tutto ciò che c’è da sapere a riguardo: i più colti rinfrescheranno la memoria, i più ignoranti impareranno.
Beh ci sarebbe molto da dire su Hemingway: nella canzone mi limito a parlare del rapporto con Mary, la sua amatissima ultima moglie e di ciò che può aver pensato nelle immediate vicinanze al momento in cui si sparò con il suo fucile. La sua vita è stata troppo piena e avventurosa per poterla includere nelle poche righe di un testo.
- Parlaci della scelta musicale adottata in questo disco e del senso correlato dal punto di vista del significato dato al progetto.
Ho deciso di fare un disco quasi totalmente acustico, senza troppe sovrastrutture e arrangiamenti. Questo è uno dei motivi per cui mi sono momentaneamente staccato dalla mia band, avevo qualche canzone che si prestava bene ad un arrangiamento acustico e minimale e la scelta migliore era di registrarle da solo. Penso che sia più immediato e si presti molto agli argomenti trattati, risulta più intimo e vero, da un certo punto di vista.
- Ho avuto modo di leggere ed apprezzare i testi, credo però che per coloro che masticano meno l’inglese, una traduzione potrebbe far si che tutti possano davvero apprezzarli. Mica ce l’hai a portata di mano? Ti chiediamo troppo? Sarebbe davvero fantastico da inserirla in calce all’intervista.
Purtroppo non ho una traduzione dei testi. Sarebbe bello se ci pensasse qualcuno per me, sono di base una persona pigra e procrastinatrice.
- Raccontaci del vostro rapporto con Urali e com’è nata la collaborazione.
Urali / Ivan è in primis un grande amico, in secundis uno dei boss della Stop Records, oltre ad essere un musicista di talento. Ha sempre collaborato o suonato qualcosa nei dischi dei Girless & The Orphan, quindi è sembrato naturale collaborare con lui anche in questo disco.
- Ti va di parlare di Giuseppe Pinelli? Molto curiosa, come sappiamo la vicenda di cronaca all’epoca, sul fatto che “è stato suicidato”…della vicenda si occupò anche Claudio Lolli. Saremmo curiosi di apprendere la tua opinione a riguardo.
La mia opinione si evince anche dal testo, sono convinto che Pinelli non si sia suicidato e che le forze dell’ordine siano direttamente coinvolte nella sua morte. Non so se è stato gettato dalla finestra volontariamente o se fu un “incidente”, ad ogni modo le diverse versioni pubbliche date della sua morte e le circostanze in cui è avvenuta non possono che farmi propendere per questa conclusione.
- Le tue ispirazioni musicali, film e libri?
Musicali potrei dirti Billy Bragg, Woody Guthrie, Rocky Votolato, Weakerthans, Jawbreaker. Non sono un appassionato lettore ma per I testi di questo disco ho letto molto di Hemingway, Plath (il titolo è una citazione dalla sua Lady Lazarus, Woolf. E mi sono innamorato delle poesie di Majakovskij.
- Cosa ne pensi del panorama musicale “indie” italiano e come ti collochi a riguardo?
Sia con i Girless & The Orphan che da solo la collocazione è sempre stata abbastanza trasversale. Di base non mi sono mai collocato in una scena, sempre che esista ancora il concetto di scene. Ho molti amici in tantissime band e città diverse e questa è una delle cose che mi rende più felice di aver suonato in giro per tutti questi anni e continuare a farlo. Non tutti musicalmente mi piacciono, ma umanamente penso che il panorama musicale italiano sia stimolante. Con le dovute eccezioni, ovviamente.
- Per concludere, raccontaci della vostra produzione musicale precedente, dei tour, del tuo spostarti in giro per l’Italia e dulcis in fundo, delle delizie in programma.
Con i Girless & The Orphan abbiamo fatto uscire due ep, due dischi e uno split con i cecinesi Verily So. Tutto questo ci ha permesso di suonare praticamente in tutta Italia negli ultimi 5 anni, cosa che personalmente ancora adoro, anche se agli inizi accettavamo tutte le situazioni a tutte le condizioni tanta era la voglia di suonare e far ascoltare la nostra musica a quante più orecchie possibili. Con il passare degli anni siamo diventati leggermente più selettivi, più da un punto di vista logistico che economico. Ed è così che sono oggi. Da maggio in poi comincerò a girare qua e là per presentare il disco, potete trovare tutte le date sulla mia pagina Facebook. Ciao e grazie mille per lo spazio concessomi.