Edoardo Borghini e il suo scanzonato singolo “Dudu”

Farsi prendere per il Dudu oppure no?
Già da un bel po’ di mesi l’avevamo adocchiato con questo brano che circola sui social, con questo alieno disegnato in copertina.
Il singolo ha un ritmica ballabile, un cantato “svampito” che conquista subito l’ascoltatore tormentandolo con questo “dudu”, riflettendo però sui reali problemi dell’Italia oggi dove non si può evitare di “farsi prendere per il dudu”.
Il brano inizia con delle plettrate di chitarra acustica “soffocata” e nella strofa dueattano gli elementi “basic” della musica elettronica: voce, kick, basso. Interessante l’elemento “whistle” che rappresenta il leit motiv del tormentone che contraddistingue la personalità del brano, con quei tratti “indie” che non guastano mai.
L’arrangiamento si evolve tra dance, pop, il cantautorato ironico. Tutto molto minimale ed equilibrato.

 

Biografia di Edoardo Borghini

Venni al mondo diverse lune fa, quando le tasche della mia famiglia erano piene soltanto di aria e il rumore del soldo non si sapeva che suono facesse.

Nutrito di vinili, di arte e di voci “leggere”, mi ammalai dell’incurabile virus del cantautorato di “rottura” (Battisti, Dalla, Tenco, ecc.) e, intontito dalla febbre della passione, mi lasciai sopraffare dal Teatro Canzone (Gaber, Jannacci, ecc.).

Folgorato, acquistai una sconsiderata chitarra che desse voce al mio insensato pensare e accompagnai quel suono con il fastidioso straparlare della mia bocca.

Dopo un tempo senza tempo, immerso nel processo della procreazione cacofonica, plasmai di quelle tali stolterie che racchiusi in un album dal titolo poco serio di “Fumare per noia”.

Attualmente gratto ancor più il fondo del barile, partorendo nuove meschinità musicali che, purtroppo, stanno vedendo la luce.

Conscio del fatto che tali scempi non siano degni di esistere e di essere considerati “Arte”, avviso gli sprovveduti che possano essere incuriositi, che la mia “musica” era, è e sarà tutta una truffa.

Edoardo Borghini e il suo scanzonato singolo “Dudu”

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