MORO & THE SILENT REVOLUTION “Home Pastorals” (Gamma Pop)
Moro (Massimiliano Morini) è un interessante cantautore che potremmo definire “Indie folk-pop”;la sua ultima fatica è “Home Pastorals”,che lo vede accompagnato dai Silent Revolution (Lorenzo Gasperoni (chitarra), Francobeat Naddei ( tastiere), Denis Valentini (batteria), Paola Venturi ed Elisa Piraccini (cori)) .
C’è un certo amore per le sonorità anglo-americane che pervade il disco:ma il tutto è sapientemente dosato con la sensibilità artistica di Moro e la sua personalità.
“City Pastoral” è lo scintillante,spumeggiante inizio:un brano estremamente orecchiabile e completamente acustico,che anticipa molti dei temi che si evolveranno nel corso dell’album.
“You deserve” è più elettrica e più “Americana”,sospesa tra introspezione e luminosità:le chitarre scintillanti fanno il resto,adornando in maniera riuscita questo gioiello indie.
“Blamelessness” è un gioioso acquarello folk rock,con qualche ricordo country;”Down”,per contro,è un brano più introspettivo e meditabondo,essenziale e minimale.
Anche “Holy darkness” segue sentieri meditativi,con fare elegante e raffinato,quasi d’altri tempi;ma subito dopo torniamo a ritmiche e ad atmosfere più gioiose con “Woodden soul”,anche se un certo gusto legato all’introspezione rimane sempre sullo sfondo.
“Home away” è una ballata rilassata e solare:e pare di vedere davanti agli occhi immense praterie e scenari campagnoli,per via del clima assolutamente spensierato della canzone…una perfetta colonna sonora per la primavera incombente.
“Sunkid” è un pezzo per cui tante attuali formazioni indie folk americane ucciderebbero:musicalmente è un brano dal cuore hippie,che rievoca parzialmente i CNS&Y;la title-track,subito dopo, è una canzone struggente,con un cantato molto delicato e commovente e uno sfondo rilassante e molto suggestivo-è il mio brano preferito del disco.
“Spike Milligan 2” rivela ancora influenze country con il sorriso sulle labbra,ma anche qualche ricordo british ( e non solo per il titolo che evoca il mitico attore inglese);”The years” avvolge con la sua morbida malinconia ed è allo stesso tempo un brano più elaborato,ricco di momenti insoliti.
“Golden” chiude il lavoro con sofisticata andatura riflessiva ed è ancora una volta magia,tra piccoli riflessivi umbratili e luminosità.
Un ottimo disco,direi,che rivela i numeri di questo fantastico e fantasioso cantautore che-data la proposta “Internazionale” della sua musica-potrebbe fare benissimo fortuna anche all’estero.
Uno dei migliori dischi acustici usciti in Italia negli ultimi anni,davvero,e sicuramente uno dei più personali ed evocativi!