GABRIELS “Prophecy” (SG records/Believe digital)
Gabriels è un ottimo tastierista e compositore;”Prophecy” è il suo nuovo lavoro,un concept album dedicato alle vittime dell’11 settembre,in cui il nostro da sfogo alle sue voglie di metal,sempre a metà tra raffinatezza progressive e melodia.
“September 11” è lo strumentale che apre il disco con fare maestoso,in cui le influenze classicheggianti sono al centro dell’universo sonoro,oltre a quelle progressive;”Omen” vede ospite Mark Boals alla voce,ed è un brano che continua su sentieri “epici”,ma allo stesso tempo genuinamente metal,tra innesti melodici e potenza.
“Pray to end all wars” è una ballata introspettiva e meditativa,quasi una mini-suite:le influenze classiche del nostro tornano in primo piano,mentre la voce stavolta è di Dario Grillo,che “disegna”uno scenario riflessivo e malinconico,ma dal ritornello corposo ed accattivante (bello l’assolo di tastiere,molto arioso e moderno;da segnalare anche la presenza di Dario Beretta e Andrea Torricini alle chitarre).
“Falling stars” vede Gabriels in grande spolvero,così come la band stessa sullo sfondo:il pezzo è impreziosito dalla presenza di un ulteriore singer,Iliour Griften (Dai Clairvoyant) ed è un brano che ci riporta alla mente il “Class metal” di scuola anni ’80,impreziosito però da complessi stacchi prog.
Anche “The Crack” segue un po’ questo mood (alla voce si alternano Mark E Iliour),e mi ricorda alcune cose di Dio,anche se rivisitate ai giorni nostri (e nel finale,ritorna un piglio decisamente neoclassico nel solo di tastiera;mentre le chitarre rimangono poderose e hard);su “Shadows”appare per la prima volta una voce femminile,Ana Maria Barajas dei Nova Orbis (ma ritorna anche Griften come seconda voce)….stavolta la traccia è più veloce ,e ci troviamo dalle parti di un power metal molto elaborato e raffinato;il finale,però torna sui consueti territori progressive,con un bell’assolo di Gabriels al centro dell’attenzione,sempre molto gustoso e creativo (tecnica e feeling vanno di pari passo).
Ana Maria canta anche la melodia avvolgente ed oscura della cadenzatissima “Things of the world”,forse il mio brano preferito del disco (ottimo il solo con l’hammond,così come quelli affidati alle chitarre di Beretta e Simone Fiorletta,davvero incisive e possenti).
“We need peace”è-come spiega il titolo-un inno pacifista (torna la voce di Griften,così come nella traccia successiva):musicalmente una cavalcata epica dominata dalle taglienti tastiere di Gabriels,anche se non mancano momenti più introspettivi e meditativi;”Roar for the peace” esemplifica questo desiderio di pace interiore (e non solo) con una ballata densa di bellissime armonie estremamente catchy,con potenzialità da singolo di successo.
“Go to fight” torna su sentieri estremamente elaborati ed epici,potenti ma ricchi di melodie memorabili che ricordano i Queen (e torna il duetto Boals/Griften,mentre delle chitarre si occupa Antonio Pantano) più “corali”;”I can’t live forever” è una ballata notturna che chiude egregiamente il disco,abbellita dalla voce di Ana Maria e da un intro spettrale…ma il finale è una sorpresa celestiale,in cui l’ariosità si fa più “spaziosa” e limpida.
Un gran bell’album,dedicato ai patiti del metal più sofisticato ed elaborato,ma allo stesso tempo anche a chi ama un certo tipo di melodia rock;e da non dimenticare, oltre alla tecnica sopraffina di Gabriels e dei suoi compagni d’avventura,anche la lucida qualità di scrittura,che rimane ottima per tutta la durata del disco.
PS:Tra gli altri musicisti presenti nel disco che non abbiamo avuto modo di citare,segnaliamo le chitarre di Davide Perruzza e Simone Fiorletta,oltre che al basso di Salvatore Torre e Antonio Mauceri e alla batteria di Giovanni Mauceri