COLONY “Music for empty rooms “ (free download cd).

Ci sono dei dischi che sono un vero viaggio introspettivo.

“Music for empty rooms”è uno di questi lavori:strumentale, minimale, enigmatico….un lavoro catartico e bellissimo nel suo genere,scaricabile gratuitamente dal sito del suo stesso autore (http://iamcolony.blogspot.it/ ).

Non si sa molto del musicista che si cela dietro il monicker Colony, ma per noi va bene così: anche perché è la musica a parlare per lui…anche se, a onor del vero, nel sito viene spiegato un po’ com’è nato questo lavoro, che definire catartico è dir poco (è nato durante circostanze poco piacevoli, ed ha una valenza in un certo senso salvifica).

Ma che musica fa Colony? Semplificando potrei dire che si tratta di un ambient molto personale e fluida, introspettiva e meditativa,dai tratti malinconici e umbratili; una musica bellissima ed evocativa, perfino onirica nel suo incedere…..adesso ve ne parlerò più approfonditamente.

Il disco si apre con “Empty House”, un brano scuro e minimale che piacerebbe anche a Brian Eno:l’introspezione è il trademark che balza subito all’orecchio, nei suo quasi dieci minuti di durata (il disco è difatti molto lungo,come vedremo poi, ma non stanca mai).

“Once there were people” è più rilassata e distesa: poche note al pianoforte riverberato,ma che scavano nel profondo e ricordano un po’ le struggenti malinconie di Erik Satie;la seconda parte,poi,presenta anche una parte più ricca ed “orchestrale”,ma non invasiva (prima che l’autore ritorni al minimalismo dell’introduzione)….e mai la malinconia è stata così ricca di poesia.

“Endless window longing” è un altro brano molto lungo e dal carattere misterioso;oltre 12 minuti ombrosi dall’appeal cinematografico, immersi nell’inquietudine.

“Just another blackout” continua su trame ancora più oscure e notturne,ma non meno godibili; e per la prima volta appaiono anche beats elettronici sullo sfondo, che trasportano il tutto in una visione dark e quasi trip hop.

“Things are less real than they appear” è un brano che inizia in maniera sperimentale e magmatica,per poi sfociare in una melodia dolcemente sognante e commovente;”When we are both cats” continua un po’ su questa linea rilassata e trasognata (ed è un po’ più “naif” della precedente), e ricompaiono perfino i battiti electro,anche se fungono sempre da tappeto e non sono mai invadenti…la parte finale sfocia però nell’oscurità,e tornano trame inquietanti dettate dai synth.

“Building houses for no one to live in” continua il viaggio dentro ad atmosfere plumbee e oscure (ci sono anche dei misteriosi campionamenti blues al suo interno,che ben si sposano all’atmosfera cupa del brano);un certo pessimismo di fondo permea anche “You never came back home”,con il suo pianoforte notturno e le sue voci femminili inquietanti.

“A hundred years from now” è una traccia più pacata e meno ombrosa,dai risvolti “futuristi”,grazie anche alla voce femminile filtrata;anche “Well of memory” è una traccia rilassata e luminosa,dall’andatura sognante (è anche il brano più breve del disco,anche se sempre lungo) ed è l’unico brano ad essere veramente cantato (e svela quindi un’andatura “alternative” niente male,anche se sempre morbida,in cui compare anche una soffice chitarra malinconica).

“Empty skies” è un ottimo brano drone ambient riverberato ed elegante;”Then came the morning” ritorna su di un mood essenzialmente malinconico ,eppure allo stesso tempo molto melodico e raffinato,solcato da venature sottilmente elettroniche ed oniriche ( nel finale appaiono anche una drum machine e una chitarra,e tutto ciò dona profondità e fa avvicinare il pezzo ad una “ forma canzone” più definita).

Il finale è affidato ad un pezzo oscuro,”Time destroys everything”,in cui riaffiora un po’ di cupezza dark ambient ,ma sempre trattata in maniera “minimale”.

Secondo me questo”music for empty rooms” è il miglior lavoro ambient che io abbia ascoltato recentemente ed è di grande ispirazione per chi-come me-ama il genere….è un album dalla durata lunghissima-oltre due ore-ma non stanca mai,anzi,ascolto dopo ascolto,si viene come risucchiati dalla bellezza notturna di queste tracce.

E’ proprio vero il detto che dice “less is more”:con poche,minimali note,Colony ha creato un grande disco,perfetto per queste nottate invernali e per meditare che sono sicuro lascerà un segno,non solo nella scena ambient.

Ascoltare per credere!

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