A cura di Francesco Lenzi

IMMANUEL CASTO ”Freak & chic” (Jle Management)

La prima volta che ho messo su questo disco, non sapevo se si trattasse di uno scherzo oppure no.

E tutt’ora la cosa non mi è ben chiara.

Difatti non ho ancora ben capito se Immanuel Casto è un genio o un pazzo; o se è tutte e due le cose.

Ci sta che non sia nemmeno una delle due ipotesi e che Casto sia solo un abile manipolatore di suoni elettronici ed un moderno cantautore elettronico,che ha creato un suo seguito grazie alle sue trovate che,lo riconosco,sono anche molto divertenti se prese per il verso giusto.

Solo che il dubbio dello scherzo,della presa in giro in testa mi rimane…..premetto che io sono un grande fan di tanti artisti che hanno fatto testi assurdi,a volte anche fortemente sarcastici,scurrili,volutamente provocatori e volgari(tra le mie preferenze Squallor, Elio e Le storie tese)….

Se però negli artisti che ho citato, l’ironia e a volte perfino l’atteggiamento”demenziale”è fortemente voluto, scanzonato, anche per parlare di cose serie,qui mi pare che l’atteggiamento-apparente-sia di seriosità,nonostante il linguaggio esplicito….è che a me risulta veramente difficile prendere sul serio un disco la cui prima canzone recita ”Aston martin Lamborghini/Sui sedili a far bocchini”….

E non è finita qui perché il disco presenta diverse angolature da sagra del pecoreccio da questo punto di vista (anche se non è tutto così,ci sono anche dei momenti più”distesi”,come vedremo poi)…..

Ora c’è anche da dire che io non sono fan né della musica danzereccia attuale, né del techno pop anni ’80; qui mi pare che il sound sia un’esatta fusione tra i due generi,però nonostante questo,il tappeto sonoro non lo ritengo da buttare…..Anzi,il nostro Immanuel e la sua cricca hanno fatto un bel lavoro di rifiniture,ed il tutto risulta anche godibile all’orecchio(nonostante,ripeto,io non mi reputi un ammiratore del genere)…..la cosa veramente raccapricciante sono,talvolta, i testi(ma non sempre,per fortuna).

Mi devo ripetere:non so come prenderlo questo disco; perché se ci fosse un’aria scanzonata, o dell’ironia palpabile, sarei il primo a gridare al miracolo…qui però non so veramente di cosa si tratta, perché il tono”intellettuale”mi farebbe pensare che l’artista voglia farsi prendere sul serio,anche se i risultati sconfinano spesso e volentieri nel trash più allucinante…a meno che non sia una presa in giro dentro la presa in giro calcolata,e allora tutto cambia….

E’ come la differenza che passa tra l’erotismo e la pornografia: sono due cose essenzialmente opposte…nella prima c’è poesia,è più ciò che s’immagina che quello che si vede,nella seconda la poesia manca,tutto è nudo e crudo e fine a sé stesso,e la volgarità è gratuita…

Fortunatamente,come scrivevo sopra,non tutto il disco è sullo stesso mood, e ci sono anche alcuni episodi di valore che reputo più interessanti rispetto al resto(e ve ne parlerò poi).

Immanuel definisce la sua musica”adult music”e non è certamente un caso (è al suo terzo lavoro,e se non ricordo male il primo cd si chiamava”porn groove”…..)

Comunque, veniamo al disco….

Di ”Freak’n’chic” abbiamo già accennato qualcosa;è un brano essenzialmente electropop, con tutta una sfilza di liriche porno,con una voce femminile che declama ”sfilati quel bastone dal culo” e ”ma quando la voglia di cazzo chiama,tu sfondi”….roba che fa impallidire persino ”Muscolo rosso” di Ilona Staller (vi risparmio il testo di quest’altro pezzo”trashone”, dato che non è questa la sede adatta ma vi basti sapere-se non lo conoscete-che è uno dei più brutti della storia della musica mondiale).

La voce di Immanuel è dark e misteriosa,anche se il mood della sua“poesia”rimane il medesimo di quello citato prima(”succhia succhia in autogrill”),mentre quando ritorna la voce femminile declama che”ma quanto siamo troie/e quanto ci piace”e”tutti su di me/voglio una gang bang”….

Ora,devo fare un’ulteriore premessa prima di continuare:io non sono un bacchettone, né lo sono mai stato…..ed ho capito perfettamente il senso di questo testo,è una critica sulla vuotezza dei nostri tempi…siamo nell’era delle vallette,che la danno via per apparire ed avere un posto in prima fila…ed in questo senso,le liriche sono riuscitissime,affondano il coltello nella piaga e lo fanno anche bene…è il modo che non mi fa impazzire,o forse è il contesto,ma è così:prendere o lasciare.

“Zero carboidrati”è un brano sulla mancanza di autostima e sull’ossessione che ha la gente per le diete,per l’essere in forma(“zero carboidrati/non mangio più i gelati/zero grassi idrogenati/all’invidia ho detto stop”);è un brano abbastanza godibile e tutto sommato riuscito,anche perché si discosta dall’atmosfera”porno”presente in molti punti del lavoro.

Musicalmente siamo sempre nei dintorni di una dance-pop piuttosto commerciale,che funziona molto oggi e siamo sicuri che anche questo brano farà faville in quel senso(potrebbe essere una hitsingle).

Ma chi pensava che il”chiodo fisso”si esaurisse qui,è fuori strada perché arriva subito ”Sexual navigator” coi suoi doppisensi triviali (“Sexual navigator/tu guida,io ti vengo dietro”),sempre su un ritmo elettronico,danzereccio…..l’automobile ed il”navigatore”,ovviamente,sono solo dei pretesti per parlare di altro(ovvero,di sesso).

La palma del titolo più trash spetta a “Tropicanal” (non è uno scherzo,si chiama proprio così);le influenze anni ’80 si fanno più evidenti,in quanto sembra una parodia assurda di certe hit di quell’epoca (Righeira,ma anche Malgioglio)….un ritornello come” alle Hawaii prima lo prendi e poi lo dai/giunge dalla costa un ritmo pederasta”non lascia alcun dubbio…il bello è che non so come Immanuel non scoppi a sghignazzare come un pazzo dopo certe rime,perchè la sensazione che suscita è ilarità….cioè, io veramente mi sto rotolando dal ridere dopo una frase come ”Tra i garriti dei gabbiani/dischiudiamo i nostri ani”!Il problema è ,come dicevo all’inizio, che Casto canta queste frasi seriamente….ora dev’essere per forza ovvio che un briciolo di ironia ci deve essere,o perlomeno sarcasmo….non tanto sulle dichiarazioni o sui gusti (ognuno è libero,e noi siamo open-mind al 100%,ve lo assicuriamo…..in questi tempi di razzismo strisciante,è sempre bene chiarire,dato che noi odiamo le barriere ed ogni tipo di pregiudizio…..questo pezzo mi susciterebbe ilarità anche se il soggetto ed il tema della canzone fossero eterosessuali,ve lo posso giurare),non è quello che mi fa venire un dubbio….è il modo.

La musica è scanzonata,e se si ride (ed io,giuro,lo sto facendo), è solo per l’assurdità della situazione….perché questa vena quasi finto-intellettuale suggerirebbe che le parole vanno prese sul serio!Ma comunque io propendo per la burla….

“Sognando Cracovia”è puro synth pop,e musicalmente è una delle più curate del disco:Casto sembra la versione scanzonata di Garbo o di altri cantanti synth/dark degli anni ’80(a volte pare anche di scorgere qualche influenza di Battiato,in lontananza),e devo dire che comunque offre un’ottima performance vocale(ed appare anche una voce femminile,di Romina Falconi)…stavolta si punta il dito sul fenomeno delle badanti dell’est,in particolar modo visto da un’ottica “approfittatrice” (so già che questo brano farà discutere,data la sua natura estremamente sarcastica….è ormai chiaro!)……

Le liriche naturalmente non lasciano dubbi a riguardo,anche se sono meno”pesanti”(eufemismo)che in altri punti del disco:”La minzione della mattina/Sarà in mano alla mia Irina”e”ho scoperto la mania/del reparto geriatria/la speranza che s’infila tra le cosce di Ludmilla”) sono le frasi-chiave….devo dire che in questo caso ho apprezzato questo lato”pungente”,anche perché quello delle approfittatrici sociali è un fenomeno che esiste veramente(ovviamente non sto generalizzando) e Casto ha avuto il coraggio e la lucidità di parlarne senza censure:di questo prendiamo atto e appunti,e gli va riconosciuto.

La componente elettronica è estremizzata in “Amh”,un brano che parte strumentale e che pare perfetto per il dancefloor.

Poi entra Immanuel, che con la sua voce, quasi in preda ad un fare da sciamano, declama con verve mistica: ”abbiamo tutti una bocca/abbiamo tutti una mano/abbiamo tutti un ano/è il disegno di Dio”; anche se il proseguimento non è come ci si potrebbe aspettare  “questa combinazione/Questa mia trinità/quando entra in azione/l’estasi ti dà”, canta seriamente il nostro;però è  la parte musicale che è al centro dell’attenzione in questo pezzo,non tanto il testo.

Non sono un fan di questo sound, però la cura c’è, sembra di sentire dei Daft Punk in versione estremizzata,ma non esenti da venature pop(complice anche qualche iniezione di vocoder)…..e chi ammira questo genere di musica,ne sarà sicuramente entusiasta.

“Redemption” è un brano interessante, completamente strumentale e purtroppo breve, in cui l’elettronica si fa più meditativa…un peccato che questa componente non sia stata sviluppata in maniera adeguata, perché mi fa capire che la cura è davvero tanta in questo disco,così come la voglia di fare,indipendentemente da quello che uno possa poi pensare e dai suoi gusti…

“Cel” è una canzone più seria,sempre a ritmo di dance elettronica, però in chiave più ”oscura” e ci spostiamo ancora una volta dal mood godereccio degli altri pezzi…..è il lato più introspettivo di Immanuel Casto, e anche quello che-sinceramente-preferisco “e sei soltanto quello che/gli altri pensando di te/eppure io vorrei che fossi mio/vorrei salvarti in ogni tuo bisogno/vorrei curarti in ogni tuo disturbo/ti vorrei dare tutte quelle cose/che tu non hai/io vorrei essere con te in comunione/ti vorrei dare la liberazione/da quella colpa che ti consuma e non ti lascia mai”.

Sinceramente se il disco avesse preso questa piega,più che la direzione meramente provocatoria,l’avrei apprezzato molto,ma molto di più…..la dimostrazione è che comunque Casto ha del talento e non è né uno sprovveduto né uno stupido.

Ed ulteriore conferma viene dalla traccia”Da quando sono morto”una ballata ancora di più introspettiva e davvero molto bella “ho chiuso quel passato/pulito e immacolato/perché così perfetto non mi son sentito mai”….e questo è davvero il migliore pezzo dell’album (perlomeno io lo ritengo tale,ed è quello che preferisco in assoluto), che fa impallidire tutto il resto.

L’ironia c’è,tra le righe,ma è rivestita di amarezza e da un manto dark “da quando sono morto/mi sento realizzato/compianto e infine amato”; il pezzo è insolito per gli standard del resto dell’album,e svela delle inaspettate influenze progressive,complice anche un malinconico pianoforte….è anche l’unico pezzo rock del disco,e forse è anche per questo che mi piace e lo preferisco al resto,con un grande arrangiamento di chitarre.

Dunque….riassumendo, posso dire che questo cd ha suscitato dei sentimenti contrastanti in me.

Riconosco però che la bravura di Casto ci sia,sia vocalmente che a livello compositivo (in tutti i sensi,anche in quelli che si discostano dai miei gusti): personalmente lo trovo un cd di nicchia che piacerà soprattutto ai cultori di certa dance o di certo synthpop, oltre agli estimatori di un certo revival anni ’80 (Di questo abbiamo già detto,anche se è un parere strettamente personale).

Il mio giudizio non è completamente positivo,ma alla fine nemmeno completamente negativo:la cosa che mi fa incazzare è proprio quella di sapere che Casto è dannatamente bravo a fare il suo mestiere e non capisco perché non ha sviluppato il suo lato ”intimista” piuttosto che quello”provocatorio”.

L’altra cosa che mi fa imbestialire è che Immanuel non è un ragazzino alle prime armi,e sa veramente comporre,e bene:quindi non capisco perché delle volte si lasci andare a delle cose volutamente di dubbio gusto!

E’ un parere strettamente personale,ma io avrei preferito che il disco continuasse sulla falsariga di pezzi come la conclusiva”Da quando sono morto” o  di” Cel”,al limite,sulla sperimentazione di ”redemption”…..perché questi secondo me sono pezzi validi,indipendentemente da quello che uno ascolti o apprezzi.

Una lancia in favore di Immanuel e della sua schiettezza però la devo lanciare:se da un lato ho trovato alcune cose disturbanti e puerili(inutile ripetere quali sono,ma lo farò:l’insistere inizialmente-e spesso-su tematiche porno,che è il suo trademark,ma anche il suo limite),dall’altro lato ne ammiro la sua sincerità ed il suo coraggio…..ed anche l’originalità, perché anche il suo lato”estremo”è sicuramente”innovativo”,anche a livello di liriche…..

Perché questo ragazzo ha veramente del fegato,e io i musicisti coraggiosi li ammiro a prescindere dai miei gusti(poi,dopo,può non piacermi lo stile o il modo di dire le cose,ma quello è soggettivo) : il suo coraggio probabilmente lo porta a fregarsene dei giudizi,ed è proprio questo il suo istinto/intento….probabile che non gliene freghi un cazzo di un giudizio negativo,come di uno positivo,mio o vostro che sia,ed è giusto che sia così,nella migliore tradizione (e provocazione) rock&roll (anche se qui di rock,almeno musicalmente,non si può parlare…..eccetto l’ultimo pezzo;se discutiamo di attitudine,il suo coraggio è quasi”iconoclasta”nel suo genere!).

Quindi….il mio giudizio”globale”è rimandato in attesa di una prossima prova più matura…..riassumendo,diciamo che ci sono alcune cose che non mi sono piaciute per niente,altre invece che ho apprezzato,ma che avrei gradito ancora di più se inserite in un disco diverso,più sulla stessa linea….ma non si può avere tutto dalla vita,alla fine io non sono nessuno e tutto è soggettivo(e vi assicuro che essendo anche io musicista/compositore so cosa vuol dire tenere alla propria musica e alle proprie composizioni…..come posso giurarvi spassionatamente che non provo nessun piacere nello stroncare la musica altrui,anzi,le poche volte che -lungi da me-succede ho la tristezza nel cuore e non vorrei farlo,ma d’altronde sono dannatamente sincero e non sono una marionetta,non posso dire ciò che non penso e non posso piacere a tutti….è una cosa che forse ho in comune col nostro eroe:siamo ben consci,appunto,di non dover e non poter piacere per forza a tutti) ,spero solo che Mr.Casto non si offenda per queste mie parole,che sono sincere così come lo è la sua musica……

 

 

Webzine