A cura di Elena Schipani
Lo scorso 30 marzo è uscito il primo album, omonimo, della band calabrese Inschemical. Vari sono
i temi affrontati nelle otto tracce del disco: si va dal desiderio di accettazione e realizzazione di sé
all’impegno sociale contro mafia e pedofilia.
Il disco è di stampo squisitamente rock ma riesce a muoversi su vari canali passando da una
melodia più dura, presente soprattutto nelle prime tracce, ad una più melodica che trova il suo apice
nel brano di chiusura.
L’etimologia del nome Inschemical vale una spiegazione: “Il nome Inschemical è il risultato di tre
parole: Insano-Schema- Calabria. Insano è tutto ciò che ci circonda, tutto ciò che vediamo; lo
Schema è il risultato dell’insieme delle idee musicali che ci accomunano; la Calabria è la nostra
regione di appartenenza. Una terra bella, amara e dolce che amiamo e detestiamo”.
“Affine al mio tempo” è un brano che racconta di come il Tempo sia il più fedele compagno di vita.
Lo scorrerne modifica tutto e tutti e grazie al passare delle ore e dei giorni, ci si definisce sempre di
più dando, con l’esteriorità, una forma ben precisa alla propria interiorità.
“La spirale senza fine” è una riflessione sulla violenza nella sua massima accezione e cioè la guerra.
C’è chi è d’accordo, con le solite “frasi fatte”, e chi vede questo tipo di accadimenti come un circolo
vizioso dal quale non si riesce ad uscirne dall’inizio dell’umanità.
“Un nuovo inizio” è una delicata dedica ai padri single che combattono strenuamente per continuare
a prendersi cura dei propri figli nonostante la distanza che li separa. Nonostante i problemi e la
fatica, si può raggiungere un “nuovo inizio” che riporterà il figlio al padre con naturalezza. Questo
commovente brano è il primo singolo estratto dall’album.
“Allegoria di un giorno” ha come intento quello di aiutare a combattere il senso di frustrazione
provocato da una giornata negativa. La rabbia può essere modificata, impastata per essere
trasformata in qualcosa di positivo come l’energia.
In “Nero” viene vomitata tutta la delusione nei confronti della realtà circostante. Bisognerebbe
riuscire a spogliarsi di tutto il “buio” per lasciar entrare la luce e reimparare così a vivere per
davvero.
“La favola sbagliata” è il racconto di una vittima di pedofilia. Ricordi che provocano ansia e fanno
trasparire una disperazione che non se ne va via. E’ una “favola sbagliata” che non si riesce a
cancellare dalla memoria.
“Controinformazione” è un brano importante. E’ infatti dedicato alla figura di Peppino Impastato.
L’album si chiude con “La ricerca”, dedicata alla ricerca della felicità. Come e dove si trova?
Ognuno è artefice del proprio destino e per realizzarsi, bisogna avere il coraggio di andare sempre
avanti, non voltarsi mai indietro, spezzare le catene che legano alle zavorre che tirano verso il basso
e che non fanno volare.