A CURA DI FRANCESCO LENZI

MARIA ANTONIETTA “Sassi” (La tempesta dischi)

Lo confesso:fino a poco tempo fa non conoscevo Maria Antonietta.

O meglio:ne avevo sentito parlare,avevo letto un’intervista,ma lì per lì avevo rimosso;il nome mi è tornato in mente tempo dopo,su consiglio “Involontario” di un’amica…e da lì ho approfondito meglio.

Comunque,considerazioni mie personali (che non interessano a nessuno) a parte,posso tranquillamente dire che Maria Antonietta ha molte cose da dire e lo fa in maniera interessante.

Questo “Sassi” rivela una maturità non indifferente (è il suo terzo lavoro,o meglio,il secondo “ufficiale”):Maria Antonietta racconta in maniera diretta ed originale le sue storie con un sound decisamente rock,ma che svela anche delle sfumature diverse che non conoscevamo.

“Sassi “ esce proprio oggi,quindi l’occasione di parlarne è doppiamente importante,perchè il disco merita davvero.

L’album si apre con “Galassie”,una tenue riflessione che è anche un dialogo amaro con una persona cara alla protagonista (“Grazie per parlarmi di coraggio e di posizioni, direi di pose che adotti senza avere convinzioni, ma io non sono Dio, scelgo solo per me/Deve sentirsi ben responsabile/ Forse anche lui si sente uno importante, ma a lui credo”):il sound è minimale eppure toccante,e rende bene l’idea con poche cose,tutte essenziali.

“Abbracci” è una canzone più graffiante e decisa,adornata da taglienti chitarre;le liriche sono riflessive ma allo stesso tempo molto dirette (“C’è un tempo per lanciare i sassi, un tempo per raccoglierli, un tempo per astenersi dagli abbracci, un tempo per gli abbracci/il mio è arrivato oggi”).

“Tra me e tutte le cose” è una lovesong non convenzionale,dall’andatura sorniona e ariosa;le parole sono molto belle (“Perché ci sei tu ed io non ho mai voluto nessun altro e quando ho paura basta che ti guardo”) e si sposano bene alla musica in sottofondo,con un cantato a tratti quasi jazzato e molto raffinato.

“Giardino comunale” è una pop song dall’anima quasi retrò,che rivela una dichiarazione d’intenti notevole (“La verità non si contiene e non fa sconti di nessun genere, continuerò a fare quello che mi pare, questo è sicuro”):l’arrangiamento è molto curato,ma la ciliegina sulla torta è la voce della nostra eroina,davvero particolare e personale (e molto bella).

“Ossa” è il primo singolo estratto e rivela le radici punk rock di Maria Antonietta (uno dei suoi dichiarati amori musicali:proprio sabato pomeriggio ho visto una sua intervista in cui parlava proprio di questo!);ancora una volta il testo evoca immagini mistiche (“Voglio essere Gesù per richiamare in vita i morti”) per poi affondare nella sfera personale,con un tocco beffardo(“E che sono bella, sono anche intelligente: io sono le ossa che non puoi spezzare più”)…è una canzone estremamente grintosa,da cui è estratto anche un videoclip “psichedelico” (http://www.youtube.com/watch?v=9qEVhSS-J34 ).

“Ombra”,fedelmente al titolo,è un brano più ombroso e meditativo,dalle confessioni dolorose(“E molto spesso io tutti quelli che amo, li rimprovero e poi li castigo solo per verificare se mi amano abbastanza da rimanere”),ma la musica è un’altalena tra dinamiche chiaroscure,tra luminosità e malinconia,tra suoni quasi vintage e chitarre abrasive (con la melodia sempre in evidenza).

“Decido per sempre” è un brano soffice e rarefatto,con un mood quasi da colonna sonora (e difatti ci sono dei samples cinematografici verso la fine) e presenta il testo più breve del lotto,anche se non meno significativo (“Io per me decido per sempre, né i vivi né i morti loro non ti avranno mai. E se io potessi essere migliore, io sarei migliore solo per te”).

E’ chiaro che Maria Antonietta è una persona innamorata:sentimenti di amore sincero riaffiorano difatti su “Animali” (“Tu, che sei diverso da tutti gli altri sei l’uomo con cui voglio svegliarmi ogni mattina”),anche se sempre con il suo tocco distintivo,scevro da qualsiasi banalità o retorica,ma con all’occasione la “zampata” da rocker “non allineata” che fa la differenza (“io ancora non mi sono adattata a questo tipo di Universo come fanno tutti gli animali e gli uomini intelligenti “).

“Diavolo” è una sorta di blues minimale acustico dalla lingua acuminata (“Il diavolo quando prego scompare, tu invece non scompari mai”) e abbellito da un organo vintage (e da suoni spettrali che fanno capolino);”Molto presto” è il finale del disco,solo voce e chitarra acustica,ed è una canzone essenziale e volutamente scarna,quasi un demo,ma piace proprio per questa sua semplicità esplicita:le influenze di quest’ultima traccia sono tipicamente cantautorali,rivisitate su un mood notturno e solo apparentemente ombroso,anche nel testo (“Ma ti prometto che molto presto scomparirai un po’ come scompare tutto il resto e io non starò lì a guardarti, come ho fatto per anni, fino a consumarmi gli occhi”).

Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo disco:è un lavoro estremamente godibile,che scorre via velocemente (ma tutto è così come deve essere:niente di più,niente di meno) e che svela il songwriting tutto particolare (e molto efficace) di Maria Antonietta e ci spiega con trasparenza qualcosa in più del suo modo di essere in tutta sincerità;la sua voce poi fa il resto,lasciandosi apprezzare perchè davvero unica nel suo genere.

Maria Antonietta ha davvero i numeri per restare e una personalità davvero dirompente,ma onesta:c’è bisogno di una personalità così all’interno della scena alternativa italiana!

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