Sono sincero, ho avuto non poche difficoltà a trovare notizie su questo bravissimo cantautore.
Per miracolo, tra mille omonimi, trovo l’indirizzo della sua pagina Facebook.
Non trovo neanche un sito web, delle notizie biografiche, ma non mi arrendo e continuo con la mia ricerca, allora scopro che “L’amore è un artista cieco” non è il suo esordio, ma è passato un anno da un’altra sua produzione, “Amorepsiche”.
Entrambi gli album si possono tranquillamente trovare su Spotify, in questo articolo ve li allegheremo entrambi per comodità. Ma adesso tutti gli otto brani, uno per uno.
In questo paese
Il genere è chiarissimo fin dall’intro del primo brano.
E’ un cantautorale dal timbro pulitissimo, arrangiamenti cristallini con strumenti acustici.
Per rendere l’idea, il timbro vocale potrebbe ricordare lo stile canoro di Fiorella Mannoia in versione maschile e tutta la scuola di : Finardi, Bennato, De Andrè, De Gregori.
Cosa c’è di più sbagliato
Si viaggia intorno al pop, al rock, al folk.
Curatissima l’interpretazione del cantato che mette in evidenza i testi, suscitando dell’ascoltatore vivida attenzione e trasmette le emozioni che vuole trasmettere.
Tracce ritmiche di batteria senza fronzoli, abbastanza scolastiche, con interventi di pianoforte che trasudano gusto e cura dei particolari.
I professionisti
Non mancano anche gli accenni al rhythm and blues, dove gli arrangiamenti, seppur senza folli trovate stravaganti, mostrano grande competenza e attinenza stilistica nel loro svolgimento.
“Vogliamo più artisti, meno professionisti”, sentenza incisiva che conclude il brano sintetizzando l’essenza del pensiero.
Il vestito del cowboy
Proseguono i brani senza fare una piega all’interno del progetto complessivo.
Mi ha stranito un po’ a 1:17 la sovrarincisione di voci che a mio avviso, un po’ cozza con la pulizia estrema di tutte le strutture così come concepite.
Mi ritrovo punto a capo
Ballata riflessiva che si fa strada con quella voce calda e avvolgente, alla quale ormai ci siamo affezionati. I testi rivelano una penna ben ponderata dove niente è a caso.
Per quanto riguarda gli arrangiamenti, per quanto perfetti, puliti, ben eseguiti, eccetera, alla fine hanno la pecca che stancano un po’, annoiano. Troppo regolari e prevedibili.
Pur rimanendo nel genere, si potrebbe osare un po’, sorprendere l’ascoltatore più esigente, non limitarsi semplicemente alla funzione di “accompagnamento”.
Messaggio alla luna
La voce si sposa sempre in modo assai equilibrato con tutto il resto del disco.
Forse è l’elemento forte di tutto il progetto, insieme ai testi ben levigati.
E se ti capita
Grande intro, molto intimo ed introspettivo.
Finalmente un po’ di sorpresa per l’ascoltatore: un semplice chitarra e voce, essenziale quanto incisivo. Avevamo bisogno di sentire qualcosa che ci sorprendesse a livello musicale.
Due linee di chitarra che s’intrecciano come in contrappunto. Grande suono.
Forse uno dei miei brani preferiti dell’album, che sicuramente riascolterei volentieri.
Bellissimo, anche nell’arrangiamento, finalmente.
Non dirmi che ho sbagliato
Sinceramente avrei fatto concludere l’album con il brano precedente, sicuramente più ricercato a livello musicale e “particolare”, seppur nella sua essenzialità.
Brano ritmato, solare, energico, dalla struttura variegata a livello armonico, arrangiamento ricco e ben equilibrato seppur in linea con la convenzionalità delle altre tracce.
Melodia orecchiabile, brillante e performance compositiva di grande disinvoltura.