STRi “Atom” (Synthemesc records)
Gli STRi sono un duo marchigiano (Alberto Canestrari e Nicola Battistelli,dediti rispettivamente alla chitarra/voce e alle tastiere/effettistica):il loro sound è molto moderno ed innovativo e mescola l’elettronica a trame di pop rock “onirico” con molto gusto ed originalità.
Prendiamo ad esempio la prima traccia,”Viaggio”:su un tappeto fatto di beat elettronici (ma non invasivi) e ricordi ambient,si stendono una voce sognante ed una chitarra decisamente rock;il tutto è al servizio di un delicato acquerello sonoro,decisamente al passo coi tempi.
“Crystal” continua il viaggio su sentieri onirici e rilassati,come in una sorta di visione ultramoderna e personale della psichedelia;anche il cantato è sognante,ai confini del dreampop,eppure con una personalità innata,difficilmente ricongiungibile a qualcosa di già sentito prima.
“La neve tropicale” è un pezzo che sa di riminiscenze anni ’80,complici anche le chitarre in stile Cure che lo adornano;il tutto però,è portato ai giorni nostri ed anche il titolo suggerisce un bel gioco di contrasti (l’andatura solare mischiata alle chitarre malinconiche).
“Fajita” è un brano dall’andatura quasi “dance” e quindi più ballabile del solito:ma come arriva la chitarra e la voce,la musica sfocia in sonorità vicine al pop rock più raffinato,che si sposano bene al tappeto elettronico del pezzo……tutte queste caratteristiche fanno sì che il gruppo sfugga ogni definizione,ed anche questo è uno dei punti di forza del duo.
“Pigiama”,nonostante il titolo in italiano,è cantata come sempre in inglese:bellissima e struggente melodia,tra luminosità e malinconia,con le chitarre in evidenza a discapito dell’elettronica,che comunque riappare in forma “sperimentale” verso la fine del brano (forse il mio brano preferito del disco).
“Acqua e cenere” è un drone ambient dai risvolti insoliti,eppure mai ostici (la melodia è sempre presente anche quando ci sono spazi strumentali,come in questo caso);ma a metà brano,tutto prende una piega diversa,più trip hop.
L’amore per la sperimentazione -che va sempre di pari passo con un certo gusto pop-non viene mai meno ed ecco apparire “Salvia”,con in evidenza un avvolgente sequencer e i synth analogici;e c’è pure una slide guitar molto suggestiva verso la fine del brano,che dona un tocco psych.
“Denti” ed “Estelle” sono due buoni esempio di IDM,con il loro mix tra elettronica moderna dai tratti ballabili e ricordi ambient:ma nella seconda c’è anche del rock che riaffiora,grazie all’elettricità della chitarra.
“Opa” chiude il disco in maniera rarefatta ed essenziale:è una traccia pià scarna ma di certo non meno bella,nè meno raffinata,anzi:è una canzone semplice ma molto bella,affidata ad ukulele e flauti lontani,con sullo sfondo i rumori della natura.
Se c’è un gruppo in grado di sfuggire le definizioni,quelli sono gli STRi:e lo fanno con classe,incuriosendo l’ascoltatore con la loro originalità e attitudine inedita.