FUSCH “Mont cc 9.0 first act(Jestrai,2013)”
 
Proprio oggi mentre sto scrivendo,esce il disco dei Fusch,un interessante trip psichedelico chiamato”mont cc 9.0 first act”,che se ho ben capito è il primo atto di una trilogia (ed il loro secondo lavoro,che esce per l’interessantissima Jestrai,da sempre attenta a tutto il rock della scena “alternative”italiana)che racconterà in musica episodi salienti della vita dei Fusch stessi,le loro sensazioni e altro ancora.
Avete capito : i Fusch sono un interessante quartetto (Mariateresa Regazzoni-voce,ed ogni sorta di tastiere;Mario Molteri-chitarre;Alessandro Dentico-basso;Pier Mecca-batteria,percussioni e cori)dedito ad una visione molto personale del rock psichedelico,plasmato a loro immagine e somiglianza.
L’inizio,affidato a “Broken T-shirt”non lascia dubbi a riguardo:un magma sonoro,in cui tastiere e chitarre ad alta tensione acida si mescolano con visioni e memorie dello space-rock più ardito,in cui la lezione degli Hawkwind viene dirottata ai giorni nostri e “aggiornata” con spezie”alternative”. Interessante anche la voce femminile,in un caleidoscopio sonoro di grande fascino.
“Sbando alle macchine”è un esempio valido di psichedelia rimodernizzata e riverniciata,cantata in italiano;infatti su una ritmica a-la-drum&bass(ma sempre”suonata”,attenzione! Nessuna diavoleria elettronica o campionamento),svettano i liquidi suoni delle chitarre e dell’hammond,in un’atmosfera spaziale,dinamica,e anche melodica. Un brano senza tempo,in cui le influenze seventies incontrano la modernità e si completano a vicenda:davvero interessante(è come se i Gong più melodici andassero a braccetto con degli Spiritualized”velocizzati”e alle prese con ritmiche attuali).
La ritmica nervosa di “Sintesi”(affidata alla voce del batterista) è l’ossatura di un breve lampo free-punk rock inacidito che lascia presto spazio all’intrigante “Cosmogenesi 9.0”.
 E difatti,”Cosmogenesi 9.0” è un altro affascinante trip sonoro,con avvolgenti tastiere ed il basso di Dentico che ti rimbomba in testa;una sorta di mini-suite vicina ai 6 minuti,in cui in un’atmosfera Floydiana il gruppo gioca su rimandi umbratili,fino a quando le chitarre entrano e inacidiscono il tutto,portanto in un’altra dimensione la psichedelia ipnotica dei Fusch,mentre il finale ritorna quasi etereo e “arioso”(con un interessante arpeggio quasi darkeggiante di Mario Molteri). Sognante la voce di Mariateresa,avvolta tra synth e ogni sorta di tastiera.
Ma il viaggio non finisce qui,perchè il finale,affidato a “Catherine Deneuve” è evocativo come non mai,e si riprende la trama “spaziale” del resto del disco,perlatro mai abbandonata,ma estremizzata ancora di più.
“Catherine Deneuve”è il brano più lungo del disco,ed è una sorta di rock & roll dilatato,o meglio la versione del R&R secondo i Fusch,che sfocia in un moderno mantra ipnotico-visionario ma sempre molto ritmato,in cui la psichedelia si fonde con portentosi riff chitarristici(e delle tastiere)e trame di progressive”minimale”. Fa capolino anche una tromba,che dona un vago tocco jazzy al tutto,suonata da Mariateresa;i riff ti entrano in testa e ti stordiscono piacevolmente,e anche l’assolo è un irresistibile ventata sonora che ti stende e ti porta via,come un’astronave danzante.
La precisa sezione ritmica fa il resto,implacabile e “ficcante”;

il finale è una sorta di jamsession acida in cui vengono ripresi e sviluppati i riff iniziali. Pura perfezione sonora,immaginazione al potere e anche tanto divertimento assicurato!!!

Un ottimo lavoro quindi per i Fusch e la dimostrazione che la psichedelia oggi è più che mai viva,grazie a gruppi come questo,che ne hanno assorbito gli aspetti più interessanti,e hanno sviluppato il discorso senza cadere in clonazioni,ma anzi aggiornandone il contenuto.
Complimenti vivissimi ai Fusch:continuate così!!!!!
Webzine