Recentissimo lavoro di Mirco Menna non è il senno del pop, ma del pop, ovvero “Il senno del pop”, già il titolo è tutto un programma.
Dieci tracce con degli arrangiamenti da sballo, tra il jazzato, il pop, il folk.

Portati da un fulmine ha un intro degno di David Gilmour, per poi virare a un cantautorato vagamente latin.
Interessanti sezioni di fiati.

Arriverai tra la bossanova e il pop, con un timbro vagamente alla Joe Barbieri, ma più “sobrio”, una sorta di Capossela, ma molto meno “ruvido”.

Così passiamo vanta la preziosa collaborazione di Silvia Donati; un intro interessante per poi svilupparsi in un brano cadenzato che si fonde a rumori ambientali, verso la fine del brano è davvero apprezzabile l’assolo di tromba.

Seguono le collaborazioni con Sole nascente , è la volta di Gianni Coscia, mentre il brano ha dei passaggi di fisarmonica estremamente accattivanti.

Riflessioni sociali che si fondono a un ritmo sostenuto, ma allo stesso “soft” ne “Il descaffalatore” che non manca di grandi respiri melodici, ma non solo, anche assoli sognanti, tra armonie sghembe ed inventi di sonorità bizzarre.

Ed ecco il momento “intimo”, con “Ora che vai via” si toccano corde meste e struggenti.

Fioccano le collaborazioni, questa volta è il turno di Zibba in Prima che sia troppo tardi dove tornano ad essere assolutamente sensazionali (!!) gli interventi di fiati, per quanto minimali in qualche frammento raggiungono ottimi livelli di grazia ed originalità.

Una chicca del disco è “Da qui a domani” , trattasi di una ripresa dal vivo, con tanto di applausi del pubblico.
Ottima registrazione e ineccepibile performance.

Per fare una cover, Giorgio Gaber è sempre un’ottima scelta, in questo caso si tratta di “Chiedo scusa se parlo di Maria” che nonostante la l’interpretazione assolutamente personale, riesce a rendere giustizia all’originale.

Un disco sulla transitorietà della vita che si fa ascoltare e riascoltare, tante influenze, tante riflessioni, tanti spunti creativi.

 

 

BIOGRAFIA

 

Mirco Menna, bolognese, classe 1963, dapprima batterista poi autore e compositore, esordisce come cantautore nel 2002 con l’album “Nebbia di idee” e per questo lavoro è premiato al MEI di Faenza come artista emergente dell’anno. L’album si fregia del plauso autografo di Paolo Conte: “…finalmente un disco saporito ed elegante”. Alla fine del 2006 esce per l’etichetta Storie di Note il secondo disco, “Ecco”, che vanta un prezioso incipit in versi firmati e detti da Fernanda Pivano. Nel 2007 inizia la collaborazione con il gruppo “Il Parto delle Nuvole Pesanti” in qualità di cantante e frontman. Questo sodalizio frutterà lo spettacolo teatrale (e dvd) “Slum”, con l’attrice Milvia Marigliano (produzione Filodrammatici di Milano e debutto al Mittelfest 2007) e nel 2008 il film “I colori dell’abbandono”, vincitore del Festival Internazionale di Cinema Ambiente e Paesaggio.

Scrive e mette in scena nel 2008 lo spettacolo di teatro-canzone “Noi stesi. Cantata dell’emergenza quotidiana”.

È del febbraio 2010 il debutto dello spettacolo “Spreco” (di e con Massimo Cirri e Andrea Segrè con disegni originali di Altan) di cui firma ed esegue le canzoni di scena. Il successivo lavoro discografico, “…e l’italiano ride”, con Banda di Avola, è accolto con grande favore da pubblico e critica internazionale. Ospite all’edizione 2010 del Premio Tenco, gli viene poi assegnato il Premio italiano Musica Popolare al MEI, come miglior disco dell’anno. Nel 2014 esce “Io, Domenico e tu”, riconoscimento a Domenico Modugno, segnalato per la Targa Tenco tra i cinque migliori album della categoria. Nello stesso anno pubblica il libro “118 Frammenti Apocrifi” (Ed. Zona). È del novembre 2017 il nuovo album di canzoni originali “Il senno del pop”. Ha scritto il testo della canzone “Buonanotte Rossana”, su musica di Lelio Luttazzi, per Simona Molinari. Ha scritto la sigla ufficiale del Festival Clown&Clown, cantata da Enzo Iachetti. Ha scritto e eseguito un paio di sigle per la trasmissione radiofonica Caterpillar. Nel febbraio 2017 a Genova debutta in veste di protagonista nel FAUSTUS, opera teatrale di Max Manfredi.

Webzine