AEDO”saluto al nemico”(Lupo editore/Ululati records)
Gli Aedo sono una formazione molto interessante nata nell’agosto del 2010;la loro musica è molto particolare,e difficilmente incasellabile in una sola definizione.
Difatti gli Aedo partono da influenze”etniche”e”popolari”per arrivare ad una forma musicale che è antica & contemporanea al tempo stesso,raffinata e originalissima.
La line-up è così composta:Giovanni Saccomanno (voce e chitarra acustica),Eleonora Pascarelli (voce),Mauro Pispico (chitarra classica),Chiara Arcadi (violino),Francesco Spada (organetto)
Giuseppe Donadei (percussioni) e Giorgio Kwiatkoswski (basso)…ma nel disco compaiono anche svariati ospiti a dare il loro contributo.
Le 10 tracce di questo”saluto al nemico”coniugano la ricercatezza sonora ad una capacità descrittiva notevole; l’uso di metafore-e talvolta anche l’evocazione di antichi miti-è un pretesto per parlare anche di temi attualissimi.
“Acqua”apre il disco,con le sue atmosfere acustiche ombrose e vagamente orientali,adornata dal didjeridoo(suonato da Ecnegru);un brano che fa riflettere (“la fonte della vita ora è nelle tue mani/un tempo era un incanto/dal cielo sul tuo pianto/dai pozzi ora macchiati da un veleno lento/che agisce appena nato/ci educa allo spreco e ci deruba di quest’acqua”)e che parla di inquinamento e di sperpero con originalità e nessuna retorica…ed il contrasto tra l’armonia quasi antica e l’attualità dell’argomento,è un po’ una delle caratteristiche degli Aedo,che ritroveremo poi,man mano che il disco prosegue.
“Biancalancia”è una canzone dagli influssi più”popolari”musicalmente(suggestiva la cornice etno-folk nel quale affonda le radici),in cui si narra la storia di un guerriero d’altri tempi,metafora che sta ad indicare di come ogni sentimento”bellico”sia assurdo(e difatti il protagonista reclama”quello che ho imparato mi serve soltanto a cadere tra le tue braccia/la mia armatura in difesa di quello che un giorno sarà solo vento(…)ed io che chiedevo soltanto una prova d’amore”).
Ma non di solo sound etnico o antico vive la musica degli Aedo:e difatti”Le tue mani”è una bellissima canzone d’amore(“in quest’odio che congela il mondo/le tue mani suoneranno per me”)più cantautorale(anche se un certo feeling popolare non viene mai abbandonato del tutto);bellissimo il dialogo tra voce femminile e maschile,per un brano che denuncia ancora le assurdità della guerra,confermando con estrema delicatezza e poesia che è l’amore il sentimento che ci salverà.
“Joele”coniuga Salento e Oriente in una danza sfrenata dominata dall’organetto eppure ricercata;ed il testo è attualissimo,spietato e non fa sconti a nessuno(“siete così impegnati a leccar culi a chi conviene/sentirvi realizzati tra le braccia di puttane(…)voi non vi siete accorti,ho la pistola sotto il pane/oggi sparo agli uomini e miro dritto ai genitali/oggi agli avvoltoi che si nutrono di operai/oggi sparo a quelli che non muoiono mai/l’ultimo colpo in aria,tanto Dio non sente mai!”):davvero una canzone bellissima,tra le mie preferite dell’intero disco(e adornata da un ottimo video:.http://www.youtube.com/watch?v=2sYhstbjPpE )…
Si cambia completamente mood su”La banda”,malinconica e rarefatta,una delle più sincere canzoni che parlano dell’amore per la propria terra;mentre “Macarìa”indaga su sentimenti “sociali”,ma stavolta è la solitudine di una donna che ha subìto violenza e/o ingiustizie….il tutto narrato con personalità e la peculiarità che contraddistingue gli Aedo(“nera l’identità ferita mi avvelena(..)questo abisso è solo colpa mia”)…anche di questo brano esiste un suggestivo videoclip(che potete vedere qui: http://www.youtube.com/watch?v=0tYZHYDajfg ).
Pure “Le orecchie del re”è un brano di denuncia sociale,contro il potere che ci circonda(“perchè lo sanno/il re ha le orecchie d’asino/non può nasconderle alla gente(..)è inutile,provate a chieder conto/non sente”),tra folk (irresistibile l’andatura della chitarra acustica)e canzone d’autore(e con un finale insolito a marcia,che vede la partecipazione di Giuseppe Tornesello nelle vesti di”Erodoto”).
“Asfalto”è una ballata vicina a sonorità più contemporanee,una sorta di folk rock acustico e morbido, struggente e personale e ritorna l’intrecciarsi delle voci;ricordi personali si incrociano con la metafora della”strada”vista non solo come il susseguirsi della vita,ma anche come il cambiamento non sempre in positivo(“sotto l’albero dei mille colori/ho nascosto un biscotto d’amore/son tornato,ma non posso scavare/è coperto come il cielo invernale”)e si accenna anche velatamente a come le fabbriche e tante”nuove costruzioni”abbiano distrutto e inquinato la campagna(argomento che poi verrà ulteriormente sviluppato nel brano successivo).
“La pancia del mostro”è il primo singolo estratto(con relativo video:http://www.youtube.com/watch?v=2zjqKbC_pPA )ed è forse il mio preferito in assoluto del disco(ma c’è davvero l’imbarazzo della scelta,i brani sono tutti ottimi,uno meglio dell’altro);la canzone affronta in maniera semplice ed evocativa il disastro ambientale dell’ILVA di Taranto,con poesia e decisione(“uomini-bestie da traino legate, al ricatto votate/mentre il metallo è una lama nel sangue,la paura è un diamante/la miniera un serpente/nel nome del tuo dio che non è certo un sole/cosa abbiamo perduto per costruire un tempio caduto/dimenticato”).
“Penelope”chiude metaforicamente il disco,con la sua particolare atmosfera”progressiva”(è il brano più lungo dell’album,e tra quelli più elaborati,con una scintillante acustica in primo piano,oltre alle voci di Giovanni ed Eleonora che si inseguono );”Penelope”simboleggia la voglia di riscatto e la speranza per un domani migliore…
Gli Aedo sono una tra le migliori band all’interno del loro genere:sanno solcare una strada nuova e di ricerca nell’ambito nella musica folk e popolare,con originalità…e anche liricamente offrono delle suggestioni molto interessanti,raccontando anche l’attualità in maniera assolutamente personale ed inedita.
Un applauso ad entrambi i cantanti della band-bravissimi-e a tutti gli ottimi musicisti coinvolti nel progetto….sono ensemble come questi che oggi sperimentano più di tutti,indagando e ricercando con gusto ed armonia,creando delle particolari atmosfere senza somigliare ad altre cose già sentite….e sono sicuro che gli Aedo continueranno su questa dorata strada,regalandoci ancora tante emozioni negli anni a venire…intanto godiamoci questo “Saluti al nemico”,che è uno di quei dischi da gustare,ascoltare e riascoltare a fondo,perchè pieno di idee e qualità…assolutamente da seguire!