Jamie Saft, Steve Swallow, Bobby Previte

THE NEW STANDARD”

(rare noise records)

Oggi torno a parlare di un’altra interessante uscita targata Rare Noise records;come ci ha abituato da tempo l’etichetta,siamo su un territorio jazz:ma stavolta però non siamo di fronte alla sperimentazione più intransigente (com’è stato per gli ultimi album della label),ma davanti ad un disco fatto di musiche raffinate ed eleganti,anche se all’insegna dell’improvvisazione.

Jamie Saft,Steve Swallow e Bobby Previte (rispettivamente piano,basso e batteria) sfornano dieci tracce che sanno di raffinatezza stilistica;fin dalle prime note di “Clarissa”,che sembrano uscire da un locale jazz di altri tempi,si ha l’impressione di trovarci di fronte ad un disco da amare incondizionatamente.

E così sarà anche per le successive tracce,perchè come dicevo poco fa la “jamsession” lascia spazio stavolta ad una costruzione armonica più vicina alla forma “canzone”,anche se sempre vista con la vivacità e l’incredibile tecnica dei musicisti:ed ecco arrivare quindi “ Minor soul”,una ballata notturna e influenzata-come la prima traccia-da un tocco soulful (che ben si innesta nel tappeto jazz,quasi un compendio della miglior musica dal sapore “Black”),col pianoforte in primo piano,e la suadente sezione ritmica sullo sfondo,mai invadente.

“Step lively” è un diamante sonoro, jazz per palati raffinati,in cui ogni solista si ritaglia un proprio spazio (anche se il protagonista principale è sempre il piano);”Clearing”,invece,è una ballata completamente diversa,col cuore nella musica nera degli anni ’60 (che pare essere l’influenza primaria,complice anche un avvolgente e luminoso hammond) e pure un tocco di blues “armonioso”.

“Trek” è una traccia più complessa,ma non meno sofisticata,anzi,molto elaborata e sentita,dall’andatura malinconica (ed è anche il brano del disco in cui è presente un po’ di sperimentazione,anche se mai sopra le righe);la title-track ha un mood quasi “progressivo”,e mescola insieme due anime,quella più melodica del trio e quella più “visionaria”,che si compenetrano alla perfezione,fondendosi insieme.

Con “I see no leader” torniamo ad un’atmosfera morbida,molto elegante e scorrevole,di alta classe (con la melodia del piano in evidenza);”Blue shuffle” invece è un blues psichedelico notturno,dominato nuovamente dall’hammond.

“All things to all people” continua su un mood onirico e “settantiano”,mescolato con tipiche cadenze jazzate;”Surrender the chaise” è il commiato,una ballata che pare uscire da un club in piena notte,con un pianoforte meraviglioso ed una sezione ritmica soffice che,comunque,si fa sentire.

Davvero un ottimo disco,all’insegna della vera musica,con il giusto feeling ed una buona dose di creatività “raffinata”. Consigliatissimo! E non solo per i palati più raffinati!

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