SIBIRKA “Farlena”

I Sibirka sono un robusto quartetto rock messinese formato da Valentino Pagano, Marco Pagano, Carmelo Farini, Riccardo Tammaro e Mauro Trio (rispettivamente voce, chitarra, chitarra, basso e batteria).

“Farlena” è il loro disco d’esordio, che arriva dopo una rodata gavetta fatta di live e tanti momenti creativi in saletta; ed è un ottimo album,che piacerà senz’altro a tutti gli estimatori del rock alternativo made in italy, ma non solo.

“Tempeste invisibili” apre il disco e getta già uno sguardo sugli ingredienti del sound della band:liriche introspettive, musica in bilico tra melodici chiaroscuri,grande cura per gli arrangiamenti; subito dopo “Paranoia” è più potente e veloce, ma l’inquietudine nelle liriche rimane intatta (“Cocaina per sentire la tua libertà/confuso da una vita tanto inutile”).

“La complicità” mescola insieme riff darkeggianti e corposità grunge/hard (ma la melodia non viene mai persa di vista) e sono sicuro che sarà uno dei piatti forti delle esibizioni live dei Sibirka;”Eleonore & Kelvin (una storia sporca)” amplifica i lati ombrosi del gruppo, sia musicalmente, sia nelle liriche, che indugiano su una difficile relazione sentimentale, probabilmente nascosta.

La title-track è morbida e notturna e pone interrogativi discreti (“quante domande non hanno risposte? Quanti sentieri non portano a niente?/Quante le stelle che irradiano il cielo/esiste davvero un’aldilà?”), mentre “l’uomo che non c’era” è l’unico strumentale del disco, un brano avvolgente e breve che coniuga chitarre rock ed accenni ambient in maniera sapiente.

“Delay” è una canzone d’amore personale ambientata in una notte riflessiva (ed ha alte potenzialità radiofoniche, senza cercarle: è proprio il bello della band, quello di essere catchy e ricercati,ma in maniera naturale! E questo brano ne è la primaria dimostrazione); ”Willy Wonka” è abrasiva ed evocativa fin dal titolo,mentre ritornano un po’ di influenze grunge in superficie,perfettamente sposate all’attitudine “alternativa”: il testo è una metafora contro la falsità e l’ipocrisia di questi tempi moderni,amore pre-confezionato a tavolino incluso.

“Il sogno” è un tassello onirico,ma non meno potente degli altri:le fascinazioni dark sono sempre dietro l’angolo (“sensazioni cupe e instabili/il veleno quasi allieta questa ingiusta realtà), ma riviste con inedita sensibilità melodica;chiude l’enigmatica e punkoide “Zaros” (“riesci a sentire la mia voce povero Cristo sulla croce?/ascoltami,straziami,sparami e uccidimi”), dalle chitarre violente,in una giravolta di feedback, riff assassini e phaser ficcanti (ma la seconda parte evidenzia tendenze psichedeliche e sperimentali, anche se non meno ferali; finale vicino al noise ).

Un ottimo esordio che ha l’originalità e la personalità dalla sua parte, insieme ad una indubbia grande capacità di scrittura (ed esecuzione).

Sibirka: sicuramente un nome che sentiremo ancora per tanto tempo, fidatevi….

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