A CURA DI FRANCESCO LENZI

VON DATTY “Madrigali”

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Storie curiose e raffinate quelle di Vondatty;infatti siamo di fronte a vera musica d’autore.

Sì,perchè il cantautore romano attivo fin dal 1991,ci regala delle perle sonore di grande musica e poesia con questo nuovo “Madrigali”.

“Il fantasma della porta accanto” apre il disco con fare notturno,avvolta da un’atmosfera misteriosa,in cui VonDatty si accompagna con un ukulele e poco altro;”Santamarena”,subito dopo,svela però una ricca anima grunge,gettando lo sguardo su liriche introspettive a suon di hard (“il tuo sapore mi rende uomo,vicino al tuo amore/vicino a te”).

“Blueberry” rivela un mood alternative ombroso eppure estremamente curato,tra feedback chitarristici e arpeggi delicati (dove Neil Young incontra gli Afterhours,con una spruzzata lieve di sentore jazz appena accennato qua e là),in cui tornano tematiche personali (“ma mi manca l’aria per respirare (…) per ritrovare il succo del discorso,dove ho capito che potrò arrivare”).

”L’ingranaggio” è una ballata malinconica dalle influenze 70s,impreziosita dalla chitarra di Giorgio Baldi e adornata da un bel testo enigmatico (“ho solo percezioni/e pochi attimi/mi restano i miei anni,le mie stupide ambizioni per nascondermi”).

Il gusto per un certo mood alternativo si ritrova anche su “L’amore malato”,impreziosita da bellissimi arpeggi acustici e dalle consuete liriche introspettive ed altamente evocative (“sono un flashback perso nei giorni a venire”);“Maschere d’inchiostro nero” è più vicina alla tradizione cantautorale,ma sempre con la personalità originale di Von Datty in evidenza (e con un tratto noir inconfondibi).

“Il gioco delle ombre” è una ballata dolceamara e-manco a dirlo-ombrosa,che evoca ricordi quasi progressivi (in maniera minimale,e mescolati alla verve tipicamente cantautorale);”Il generale inverno” è una canzone acida e psichedelica,con il testo che evidenzia questa vena caleidoscopica venata di scuro (“voglio un angelo muriatico/lisergico,essenziale/pensa se Napoleone avesse vinto il generale inverno/Cosa potrei essere in confronto non lo so”).

Anche “Disoriente” continua su rimembranze psichedeliche,ma in maniera ancora più riflessiva ed ombrosa ( e con qualche richiamo post-rock);il finale è affidato alla misteriosa “Dal tramonto all’alba”,con magici arpeggi di chitarra ad impreziosire questa ballata dark,perfetta per questa notte fredda di novembre.
Un bel disco: VonDatty-puro rock d’autore,originale ed emozionate,con quel pizzico di feeling “enigmatico” che non guasta ed un sound curatissimo che spacca!

 

 

 

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