Di Cecil T.
Alessandra Zuccaro, in arte Alea, esordisce con l’album “Spleenless”, prodotto dalla Luna Rossa Records.
La cantante brindisina, autrice dei testi e delle musiche, si affida agli arrangiamenti del pianista Pasquale Carrieri, mentre il missaggio e il mastering è di Gugliemlmo Dimitri.
Alea affronta il tema del disagio generazionale, del malessere che mina il quotidiano, dell’angoscia, l’incertezza del futuro tipico della propria generazione.
Il tutto è raccontato con leggerezza, quasi a voler imporre una spensieratezza a tutti i costi.
Nove tracce, di cui una cover del grande Quincy Jones, dal sapore un po’ vintage, un po’ fusion, un po’
d’avanspettacolo retrò.
Le scelte stilistiche sono ben precise e suddividono le canzoni in tre gruppi.
Riconosciamo quindi un carattere fusion, vicino agli anni ottanta e novanta, vengono in mente Al Jarreau, gli Incognito ma, soprattutto, il Pino Daniele vecchia maniera. “Dentro di me”, “Non c’è pace” e “Miss Celie’s Blues” pescano a piene mani in quel repertorio, sia nei suoni che negli atteggiamenti ritmico-metrici.
Ottima la sezione ritmica e gustosi i momenti strumentali e gli assoli.
In “Never Better”, “Relais”, “Motivetto” e “Cercando”, l’intenzione è quella di unire lo swing all’avanspettacolo anni cinquanta, con qualche eco di musica da ballo nostrana. Ottime le atmosfere e efficace la parte del pianoforte.
“Musica” e “Amore cercato” hanno un sapore latino, vicino al tango. Sono proprio questi due i brani più riusciti, bello il duetto padre e figlia in dialetto, impreziosito dalla fisarmonica di Vince Abbracciano.
Il CD ha il suo punto di forza negli arrangiamenti, sapienti e di buon gusto e nei suoni curatissimi.
Le linee vocali sono un po’ forzate. A volte troppo macchinose e non sempre
ben riuscite, la voce è un po’ debole nella parte grave del registro.
A volte Alea propone intervalli inusuali per la musica leggera, che non sempre però si adattano alla raffinatezza degli arrangiamenti, soprattutto quando intonati in fase ascendente.
Gli assoli della voce peccano d’ingenuità e, dove lo swing caratterizza la canzone, arrancano sia ritmicamente che per ciò che riguarda l’interpretazione.
Quando cerca la tensione drammatica, al contrario, il risultato è ottimo, pathos e sentimenti emergono ben narrati da un coinvolgimento e da un’interpretazione di ben altra specie.
Pur essendo un disco di musica di consumo e volutamente leggero, probabilmente, il risultato sarebbe stato più artistico se Alea avesse provato a dare un po’ più di spessore ai testi; padroneggiando meglio alcune tecniche poetiche, sarebbero state meglio sfruttate assonanze, rime, onomatopee…adatte a questi contenuti poetico-musicali. Comunque un buon disco d’esordio.
ALEA
SPLEENLESS
ed. Luna Rossa Records