THE FIFTYNINERS”Hard Times”(Ultrasonic studio)

Il rock&roll non è solo un genere musicale,o uno stile di vita.

Per certi gruppi è come una missione,una fede….

E’ quello a cui stavo pensando non appena ho messo su questo nuovo cd dei Fiftyniners(il quinto):la band abruzzese(formata da Nick Alfieri-voce,chitarra;Gino Russo-batteria;Antonio Chiacchia-contrabbasso,voce)infatti,si fa notare subito per la passione con cui affronta la materia…e non potrebbe essere altrimenti,dato che il trio ha una notevole esperienza(sono ormai leggendari i loro concerti in giro per il mondo).

“Hard times”è un perfetto”party record”,di quelli che entusiasmano subito al primo assaggio:la miscela esplosiva dei Fiftyniners è travolgente;nient’altro che rock&roll,suonato con foga e grinta,tra andature psychobilly e sfuriate di punk rock abrasivo.

Il mix viene spiegato subito su”Crazy guys from that crazy club”,che è puro garage R&R al ritorno da un girone infernale;”Uncle transit”,subito dopo,svela delle iniziali influenze country/rockabilly ed un ritornello punkeggiante che si stampa subito in testa.

Anche l’ironia è una componente fondamentale della band,ed ecco arrivare”Roudie is an indie boy”,che suona come una versione riaggiornata,ipnotica ed abrasiva dei Fuzztones(ed è adornata dai cori femminili di Giada Scioli e Greta Vega De Carmine,provenienti dalla Coconuts Killer band)e del garage rock dei primi sixties;ma le influenze del gruppo sono molteplici,ed ecco arrivare anche la swingante”Sleeping on the back seat”,che pare uscita da un pub fumoso degli anni ’50(ma trasportato nell’attualità grazie all’improvviso e fiammeggiante ritornello punkeggiante).

Comunque”Hard times”è un disco sorprendente e difatti pian piano svela le sue variegate anime:dopo”Tingalingaloo”un punk&roll movimentato ed allegro,difatti è la volta di uno stoner blues-o doom’n’roll?-cadenzatissimo(“My sister never sleeps”),un macigno sonoro che suona un po’ come la”rumble”dei Fiftyniners e si discosta un po’ dalle atmosfere tipiche del gruppo(c’è anche un theremin che sbuca a metà brano!).

C’è spazio anche per un “hard twist”strumentale(“The night of the broken glass”) dagli insoliti arpeggi”alternativi”a chiusura delle strofe,e per una sorta di punkabilly infernale(“Violent girl”,che osa sfoggiando pure un riuscito doppio pedale in fase ritmica!),così come per un mood country & roll che ricorda vagamente le guitar bands dei primi anni ’60(Shadows,Ramrods) su”Rats behind my comb”.

“Rumblin’like a big bang boogie”tenendo fede al titolo è un hard boogie irresistibile all’insegna del divertimento,mentre”Sometimes”svela delle aperture squisitamente ariose(tra punk melodico e riminiscenze quasi sixties)…ma chi pensa che i fiftyniners siano una band revivalistica nel suo recupero di sonorità tipicamente vintage è assolutamente fuori strada,e lo dimostra una volta di più anche nella title-track,che è puro southern blues/hard rock cadenzatissimo,che conferma come certe sonorità heavy non siano passate indenni tra le influenze del gruppo….e le sonorità”pesanti”tornano anche nel finale(dopo una ballata malinconica ed essenziale chiamata”Tears of brass” e che vede dialogare una voce carica di spleen insieme ad una chitarra riverberata e ad una fisarmonica):infatti “fashion on rock’n’roll”è la grande chiusura,e dopo un ingannevole introduzione dal sapore “pulp”,ci troviamo di fronte ad un brano hardcore/speed ,tra Motorhead e primi Metallica,ma adornato da una melodia riflessiva.

Dunque,avrete capito che i Fiftyniners sono un bravissimo gruppo da non perdere,così come da avere è questo”Hard times”:oltre ad una capacità di songwriting superlativa,la band dimostra anche di superare sé stessa e pure le altre band dedite al ritorno di certe sonorità rock&roll.

Difatti,come abbiamo visto,il sound della band è molto personale e non si limita a ripercorrere ricordi epocali,tutt’altro:i Fiftyniners non sono né saranno mai dei nostalgici,ed il fatto di includere nel loro repertorio anche brani dalle sonorità diverse è ottimo,difatti la varietà dei brani li differenzia anche da altre band della stessa”scena”.

Inoltre l’alternarsi di voci diverse(come abbiamo visto cantano sia Nick che Antonio)dà un altro tocco variegato in più.

“Hard Times”:la colonna sonora per i vostri party selvaggi;e allo stesso tempo un disco che dimostra come il sano divertimento musicale sia sempre anche estremamente curato musicalmente.

Come cantava una volta Neil Young:”rock and roll can never die”;e di sicuro i Fiftyniners sono una di quelle band che contribuiscono a tenere il genere in vita…anzi,è proprio grazie ai ragazzi come loro,se la nostra musica preferita gode ancora oggi di ottima salute e quindi…non morirà mai!

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