INDIANIZER”Pandas”
Oggi vi parlerò di un nuovo progetto dal sapore curioso ed insolito,ma allo stesso tempo invitante e molto interessante.
Sto parlando degli Indianizer,un duo composto da 2 cugini,Rich dei Foxhound e Bill degli Uncounscious Trio.
Questo Ep dal titolo”Pandas”,presenta 4 pezzi notevoli,dalle peculiari caratteristiche;orecchiabili e accattivanti quanto basta,e un mix di influenze così vario da risultare originale.
Prendiamo l’inizio,chiamato”Mazel Tov!”:su un tappeto di lieve elettronica(ma lieve lieve),si stende una godibile e fresca canzone dagli aspetti folk-pop-rock,acustica,ma con degli inserti di slide che gli danno un tocco”americano”e perfino una tastiera dal sapore analogico-vintage che dòna un tocco frizzante al tutto.
Le voci fanno il resto,con una buona dose di rilassatezza e spensieratezza.
“Voyage”è una sorta di”gospel blues”psichedelicizzato e alterato,con il ritorno di tastiere di altri tempi quasi a mò di farfisa(e un suono di mellotron Beatlesiano nel finale che fa appena capolino),e le voci ora tenui ora più accentuate,contornate da percussioni e rumori vari;molto interessante….seppur con pochi strumenti e con un’atmosfera surreale volutamente scarna,gli Indianizer risultano sempre freschi e godibili,anche se in maniera volutamente allucinata e giocosa.
Tra un’andatura quasi samba e un mood pop stile sixties si trova”Come down slow”,dalla melodia suadente e come sempre catchy(e le tastiere”vintage”sono sempre al centro dell’universo sonoro).
Un brano senza tempo,in bilico tra passato,presente e futuro,squisitamente leggero eppure non banale,”estivo”nel suo incedere e anche molto distensivo.
“Kundalini”è un affascinante trip sonoro,formato da un tappeto di chitarre acustiche,flauti e fisarmoniche in acido e anche tenui risvolti d’elettronica d’annata,mai troppo invadenti e che donano un tocco”spaziale”e speziato all’introduzione del brano.
Il pezzo chiude il lavoro ed è essenzialmente strumentale e anche il più lungo e sperimentale del disco(ma la”sperimentazione”non sfocia mai in rumorismi o difficili anfratti sonori,è sempre dotata di garbo e melodia),adornato però anche da alcuni cori dal sapore psichedelico e perfino da alcuni sitar nel finale,che donano al pezzo quel tocco”orientaleggiante”presente anche in altri punti del disco.
Un EP davvero originale ed eccellente questo degli Indianizer,dalla personalità dirompente e gioiosamente sbarazzina,fiabesca
:se è vero che ci possono essere dei rimandi alla dorata stagione del rock(la follia Barrettiana,i Beatles e i Beach Boys più lisergici,il folk acido inglese degli anni ’60 “potrebbero”essere dei punti di riferimento,ma è solo un’ipotesi),il tutto è mescolato e reso in maniera diversa,orecchiabile e fascinosa,donandoci 4 perle dai mille gusti in cui ad ogni ascolto si nota qualcosa di nuovo.
Complimenti agli Indianizer,e aspettiamo con impazienza un lavoro a lunga durata…già ci hanno piacevolmente stupito con questo mini,chissà cosa potranno fare con un album vero e proprio!
Qui potete guardare il videoclip di”come down slow”:http://www.youtube.com/watch?v=4gOEUEZDLlc