INVINOFENDER”a foolish rush”(seahorse recordings)
In vino veritas si diceva una volta;oggi si dice Invinofender!
Nomi curiosi a parte,il disco di questo quintetto napoletano è davvero molto bello,ed è la dimostrazione che ci sono tantissime band valide nell’underground italiano:sarò ripetitivo,ma come ho detto altre volte,magari questi gruppi non sono sotto i riflettori,ma producono una musica suggestiva,interessantissima e-perchè no?-anche sofisticata,che non ha nulla da invidiare a band già consolidate come fama.
Il gruppo degli Invinofender è nato nel 2009 ed è attualmente formato da:Michele Lo Savio(voce,piano,synth),Giuseppe Grossi(chitarra),Marco Sannino(batteria),Maurizio del Gatto(basso)e da Gaetano di Palma(chitarra e voce),che ha recentemente sostituito Antonio Vinelli(presente nel disco).
Nella loro biografia del gruppo questo loro esordio(che,lo ricordiamo,è stato preceduto da un EP)viene descritto come”una corsa verso l’ignoto,con un pizzico di follia”;e difatti si tratta di un lavoro estremamente affascinante e curato,in cui l’alternative rock proposto dagli Invinofender brilla di luce propria.
“April & showers”apre il disco con la sua “carica controllata”di rock,fusa alla malinconia del cantato e del pianoforte,con delle chitarre ora aggressive ora più riflessive(bella la slide-a-la-Gilmour sul finire del brano)e una sezione ritmica precisa ed implacabile.
“Hush behind”presenta un’introspezione lievemente più solare(almeno musicalmente),anche se sposata a riminiscenze darkeggianti man mano che il pezzo si evolve:la band è in ottima forma,splendente nei suoi stop and go ritmici e negli intrecci chitarristici.
Quando le tastiere cominciano ad entrare prepotentemente nel pezzo,il brano si evolve su sentieri più ombrosi,ma non meno ariosi:la band dimostra di essere riflessiva e tosta al tempo stesso,in un infinito gioco di chiaroscuri.
Bellissima “Again”,un brano davvero riuscito,che rapisce fin dal primo ascolto:ritorna un po’ di malinconia,stemperata però dalla grande maestrìa della band,dotata di grande verve incalzante(irresistibile l’incastro tra chitarra acustica ed elettrica).
Potrebbe essere un potenziale singolo e una canzone che farebbe invidia anche ad alcuni gruppi esteri,per la sua accattivante melodia e perfezione sonora.
L’introspezione è una delle caratteristiche degli Invinofender come dicevamo poco fa;e quindi le liriche sono sempre molto personali,poeticamente disincantate….
Esemplare in questo senso è”Distance scars”,una canzone che come spiega il titolo,parla di ferite emozionali molto profonde;e la musica si sposa alla perfezione con lo spleen del testo.
Un altro brano”internazionale”,dalla grande caratura e dall’impatto emotivo molto forte;rimane in testa eppure non è canonico nella sua melodia,semplice senza essere scontato.
“Paralyzed” è uno dei pezzi più belli del disco;ma c’è davvero l’imbarazzo della scelta,perchè tutti i brani-l’avrete certamente capito-hanno un potenziale enorme.
Tra sentimenti nostalgici e improvvisi slanci grintosi(ma mai sopra le righe),la band mostra ancora una volta idee chiare e passione in primo piano;bellissima la melodia della voce,perfette le chitarre,basso e batteria compattissimi e piano sullo sfondo…cos’altro chiedere di più?
La malinconia ,seppur carica di disillusione, non è mai stata così bella e avvolgente come su”Economics”:chitarre(con qualche sfumatura sonica nei riff iniziali) e piano struggenti,su cui si staglia un cantato quasi”british”….ed il ritornello è una sorpresa dai risvolti sincopati,ma sempre lievi e morbidi.
Più riflessiva è”charming”,una sorta di semi-ballad”accesa”,dotata di un ritornello al tempo stesso luminoso,arioso e velatamente struggente.
“Dust”è avvolgente,dotata di un riff iniziale molto accattivante che fa molto”classic rock”;e anche le tastiere hanno delle vaghe riminiscenze anni ’70.
E’un brano più complesso,e anche il più lungo del disco,eppure sempre scorrevole…..melodie tortuose al centro dell’attenzione ed un tappeto sonoro sempre catchy;ed ancora una volta la dimostrazione palese che gli Invinofender hanno anche gli attributi tecnicamente(mi spingerò oltre:le loro qualità esecutive ed interpretative fanno impallidire persino gruppi più blasonati all’interno del loro genere,specie in italia).
Una riflessione sulla civiltà,e sulla sua”non appartenenza”ad essa,il non essere allineati,è il fulcro di “Modern civilization”:il mio brano preferito in assoluto del cd,in cui affiorano soffici influenze psichedeliche(complici le spirali chitarristiche che ti avvolgono nella loro intensità fin da subito),rivestite di modernità(grazie alla ritmica sempre molto incalzante e decisa) e traghettate ai giorni nostri(suona quasi come un inedito pezzo nato all’imbrunire durante una jam tra i Radiohead e i Love-magari nel deserto del mojave,ho una fervida immaginazione,mi si perdoni l’azzardo ma questa musica è talmente ricca di visioni che non posso fare a meno di “viaggiare”con la mente!).
Bello ed insolito il solo di chitarra,assolutamente originale,al passo coi tempi.
Se”modern civilization”è il mio pezzo preferito,”Things change”è subito al secondo posto nella mia lista di”favoriti”;al centro ottime chitarre riverberate che donano un’atmosfera particolare al pezzo,anch’esso molto notturno,eppure non così cupo od ombroso come ci si potrebbe aspettare.
La melodia è ancora di più introspettiva, tortuosa eppure così interessante ed evocativa,con dei cori molto suggestivi sullo sfondo:ancora un frammento visionario dal grande fascino e non banale armonicamente…..un grande pezzo poeticamente rock,che brilla come un diamante raro….
Il disco si chiude con una perla intimista,”Catch the music in the room”che è esattamente quello che il titolo promette:una ballata delicata dalle tinte pastello(probabilmente registrata”live in studio”),quasi essenzialmente affidata alla voce e alla chitarra(con brevi interventi di tastiera mai invadenti)…un finale commovente e dolce,che degnamente conclude questo ottimo lavoro.
Complimenti a questi Invinofender:ottime qualità di scrittura,di interpretazione e di esecuzione…..probabilmente non deluderanno nemmeno dal vivo,dato che molte di queste canzoni si prestano all’esecuzione in concerto(a mio avviso).
Per tutti gli amanti di un certo tipo di rock,alternativo e raffinato al tempo stesso…..fidatevi e date un ascolto a questa band;non vi deluderà.