HIRO”In the middle of nowhere”(80055 records)
Gli Hiro sono una band che si è formata due anni fa;la line-up del gruppo comprende:Gennaro Lecora(voce,chitarra acustica,tastiere),Alfredo Guida(chitarra solista),Gianmarco Angelone(basso)e Luca Olivieri(batteria,tastiere & cori).
Pur essendo un gruppo esordiente,in questo”in the middle of nowhere”,il gruppo dimostra di avere già le idee chiare;la loro musica è un caleidoscopio di chiaroscuri infinito,in cui il gioco dei contrasti risulta avvincente.
Veniamo però subito all’analisi del cd.
L’opening act è affidato a “My ghosts”:il titolo è altamente evocativo,e difatti la musica fa fede ad esso.
Dopo una intro misteriosa e lievemente psichedelica,parte subito il brano:denso di sapori alternative/indie,ma con la melodia in primo piano,agrodolce e riuscito. Ottimo il contrasto tra le spigolose elettriche e l’ariosa acustica.
“Believing in myself”è impregnata di romanticismo e spleen,con un’avvolgente melodia che la rende un gioiellino;potrebbe essere un singolo perfetto per quel che mi riguarda.
La canzone è fresca e godibile,anch’essa molto evocativa e dotata di una sua poesia;il finale coniuga riminiscenze punk rock ad una “coda”rilassata e pacata,acustica,di sapore 60s/70s.
“Gilles”è una ballata molto ariosa,anch’essa molto distesa(la scorrevolezza melodica e il tappeto soffice/emozionale sono il trademark degli Hiro,insieme alla malinconia delle liriche):perfetta per questi primi caldi e dotata di intrecci chitarristici niente male,a metà tra le strade londinesi e la california.
Non mancano delle puntate più”acide”e notturne,psichedeliche, nell’evoluzione centrale del brano.
La title-track ha un retrogusto sixties,tra Neil Young e Brian Wilson,e potrebbe essere anch’essa una hit;i suoni sono curatissimi,e gli Hiro mettono passione e anima in quello che fanno,senza strafare mai,ma rimanendo sempre al servizio della canzone,morbidi e rock al tempo stesso:non a caso è la canzone che dà(appunto) il titolo al disco,dato che è un po’ il”sunto musicale”degli Hiro(stilisticamente parlando).
“About me” è una ballata notturna,avvolgente,con delle eccellenti e scintillanti chitarre:stupendamente malinconica,è l’ennesima conferma dell’anima”raffinata”della band.
Poi una chitarra distorta con un riff oscuro rompe un po’ la quiete del brano,anzi si “confonde”con essa,prima di ritornare alla sua bellissima quiete .
Da brivido l’ultima parte,struggente ed evocativa come pochi brani sanno essere.
“Hopes and fears”è esattamente quello che promette il titolo:una ballata riflessiva,rilassata e rilassante,e al tempo stesso carica di poetico spleen.
Anche le distorsioni quando appaiono,sono lievi, vicine allo shoegaze psichedelico in chiave distensiva,e mai sopra le righe o violente.
Si cambia atmosfera su”Hiroshima”,più corposa e aggressiva(ma senza esagerare):gli hiro mescolano insieme varie influenze in questo brano,con delle chitarre dall’anima variegata,ora indie,ora settantiane,ora lievemente dissonanti e psichedeliche(e fanno capolino perfino delle tastiere che fungono da tappeto)…..è un po’ l’anima più”dark” e misteriosa degli Hiro che viene improvvisamente fuori,ma sempre in maniera”educata”,senza esagerazioni od eccessive sovrastrutture.
“Seasons”sembra uscire da una colonna sonora di Tarantino,con le sue chitarre riverberate di scuola”sixties”,trapiantate in una ballata chiaroscura e moderna;grande lavoro di tutti i musicisti coinvolti….Forse il mio brano preferito del disco,merito anche della voce,che”disegna”melodie interessanti.
Il finale è psichedelico e avvolgente,e dimostra la il gusto della band nel creare scenari di fascinosa atmosfera:assolutamente impeccabile e magistrale.
“For me”è la penultima traccia,e sembrerebbe registrata”live in studio”,complice anche una falsa partenza all’inizio….si ritorna alla forma acustica,ed è un pezzo quasi esclusivamente affidato a voce e chitarra;ed è anche per questo che è un brano molto suggestivo,oltre ad essere il più lungo del disco(6:48”).
Il cd finisce con”behind a lie”,un altro tassello di commovente malinconia;e le emozioni si fanno ancora più evidenti,bellissime…..un finale da pelle d’oca,riuscito e curato nei minimi particolari(come il resto dell’album,d’altronde),dove fanno capolino perfino delle chitarre vagamente country qua e là.
E così si chiude il disco,con la certezza e la voglia di essere riascoltato ancora,ancora e ancora….
Gli Hiro sono un’eccellente sorpresa e la conferma che stanno facendo bene è nelle perle sonore di questo album,avvincente ed emozionante come pochi altri dischi all’esordio.
Siamo certi che gli Hiro si faranno presto strada nell’affollato panorama indie;sono bravi e hanno dalla loro grandi canzoni(oltre ad interpretarle in maniera sopraffina):ne sentirete parlare….in tal caso vi ricorderete in tempo che noi vi avevamo avvertiti sulla bellezza della loro musica!
Sì,perchè una volta ascoltate,le loro canzoni creano dipendenza:non se ne può più fare a meno….perchè si percepisce la vera passione,i sentimenti veri,il gusto unico che stanno dietro a questo lavoro:seguiteli,gli hiro vi ripagheranno con delle bellissime armonie dorate e poesie sonore di rara bellezza.