Un disco che sa di analogico fino all’ultimo secondo e noi ce lo ascoltiamo, traccia per traccia.
Madame, Adieu (Aritmia) inizia già da subito con quel fruscio tipico di una registrazione non digitale, quasi come fosse un’audiocassetta, atmosfere settantiane con accordi in maggiore settima, un sound pieno e sognante nella sua “acusticità”, soprattutto delle chitarre non distorte predominanti.
Bella di notte è un brano cullante, leggiardo, romantico, che con un arrangiamento vagamente elettronico, potrebbe essere un radiofonico dei nostri giorni.
Un po’ di movimento con Campi di viole e un briciolo di positività, tra mille sensazioni che si mescolano tra loro.
Affascinante come il titolo questa Nereide con immancabili chitarre ridondanti, voce sommersa e cantato sinuoso.
E siamo a metà dell’ascolto con Trentuno , quinta traccia, ballabile, energica, briosa.
Uno dei brani con un’armonia particolarmente interessante, a tratti al limite della dissonanza, è La danza dei coribanti dove finalmente l’intervento di un synth, brano interamente strumentale. Sinceramente, il mio preferito.
Per fiorire nonostante la solarità è come se preservasse un retrogusto di sottile nichilismo, in un sound volutamente quasi cacofonico.
Psora II ci porta verso la fine del disco e siamo come nel bel mezzo del “concerto”, quasi al climax delle esplosioni musicali.
Niente di te è un’altra chicca del disco, con un bel testo e una melodia che rimane in mente.
Decimo ed ultimo brano, Val di teva per concludere con tutte le linee guida dell’album: il cantautorato di qualità, il sound sognante, l’amore per l’analogico, il gusto per l’indie.

Ok, l’ep è uscito, il primo album pure, adesso aspettiamo solo il secondo ep o album completo. A presto?


A meno di un anno di distanza dalla pubblicazione del primo omonimo EP, tornano sulle scene i romagnoli Pulsatilla, con il loro dream pop in bilico tra cantautorato italiano e chitarre alla Johnny Marr, sempre più originale, maturo e coeso.

“Anemone”, questo il titolo del nuovo album, esce il 10 gennaio 2018 per Floppy Dischi, giovane e promettente etichetta indipendente con base anch’essa in Romagna.

Perché questo titolo? Ce lo spiegano gli stessi Pulsatilla:

L’Anemone si dice sia considerata da sempre, per via della sua delicatezza, il simbolo dell’abbandono, della brevità delle gioie d’amore e dell’instabilità dei sentimenti. Chi regala questo fiore vuole esprimere il proprio senso di abbandono o di amore tradito alla persona a cui lo dona. In questo album è racchiuso un senso di abbandono forte prevalentemente sentimentale, osservato e vissuto da diverse prospettive a cui fanno da compagnia nostalgie, malinconie e vuoti dell’animo.

Registrato, mixato e masterizzato da Andrea Muccioli e Ivan Tonelli presso lo Stop Studio di Rimini, il nuovo album del quartetto è anticipato dal singolo “Madame, Adieu (Aritmia)”, in uscita l’11 dicembre sotto forma di videoclip per la regia di Francesco Agostini, già a lavoro con Barely Awake, Jumping The Shark e Gastone.

L’artwork, che ben si amalgama alle atmosfere malinconiche del disco, è stato realizzato da Filomena Galvani.

Pronti per una nuova ventata di dream pop romantico rigorosamente made in Italy? Tenete d’occhio questi ragazzi.

INFO

USCITA: 10 gennaio 2018

LABEL: Floppy Dischi (http://www.floppydischi.it/)

PROVENIENZA: Riccione (Italia)

GENERE: dream pop; pop sperimentale; jangle pop

FACEBOOK: https://www.facebook.com/pulsatillaofficial

CONTATTI: pulsatillaband@gmail.com

Artwork by Filomena Galvani (Fileia)

LINE UP:

Leonardo Rossi (voce, chitarra elettrica) Luca Fallini (voce, chitarra elettrica) Tommaso Selva (basso elettrico) Filippo Righetti (batteria)


 

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