A cura di Francensco Lenzi

 

SHADOWS OF STEEL “Crown of steel” (Underground symphony)

La storia degli Shadows of Steel inizia un bel po’ di tempo fa,esattamente nel 1996,quando la band cominciò a muovere i primi passi nella scena metal underground.

Questo “Crown of steel” arriva dopo tutta una serie di cambi di formazione che non hanno comunque intaccato la qualità e la coerenza della proposta musicale:la line-up è oggi composta da Wild Steel (voce), Ice e Yackson (chitarre), Steve Vawamas (basso),Andrew Mcpauls (tastiere)e Ross Lukather (batteria),questi ultimi due “nuovi acquisti” in quanto nel disco è presente l’ex componente Frank Andiver-ex Labyrinth- nel “doppio ruolo” di batterista e tastierista (partecipa anche Roberto Tiranti dei Labyrinth ai cori,mentre Andrew era già ospite nel disco prima di entrare in pianta stabile).

Curiosità e precisazioni di formazione a parte,”Crown of steel” è un ottimo esempio di power metal epico e melodico che farà la gioia di tutti i fans del genere….vediamo insieme i brani nel dettaglio.

Apre la title-track,che vede mescolarsi l’ariosità delle tastiere alle ritmiche poderose delle chitarre e della sezione ritmica;e la voce di Wild Steel è ottima e personale quanto basta per fare la differenza.

Un bell’inizio,non c’è che dire,in cui la band dà sfoggio della sua incredibile tecnica (da urlo gli assoli tastieristici e chitarristici).

“On the waves of time” è un brano ancora più potente,in cui le tastiere si fanno modernissime (man mano che il pezzo si evolve,svelano anche un certo sentore ambient incastrato alla perfezione nelle sonorità metal della band) ;la ritmica rimane rocciosa ed implacabile,mentre le liriche si fanno più riflessive….Complessa la struttura,così come curatissimi sono i vari cambi di tempo (esemplari le improvvise accellerazioni);sempre impeccabili gli assoli,ad alto tasso tecnico e dal sapore neoclassico.

“Never say goodbye” presenta un’originale introduzione electro affidata alle tastiere,ma è solo un attimo,perchè subito dopo ci troviamo di fronte alle consuete tematiche power metal della band,che risulta come sempre in grande spolvero;il ritornello è molto melodico (c’è da dire che il gruppo non dimentica mai la forma canzone,nè la melodia stessa),ma anche i riff risultano cantabilissimi (e perfino gli assoli chitarristici,più diretti del solito,ma sempre molto belli)….perfezione pura,che va di pari passo con l’energia;e la seconda parte svela delle influenze progressive,calate in un’atmosfera heavy.

Con “Nightmare” il mood si fa in qualche modo leggermente più “maideniano” (se mi si può concedere il paragone) ed influenzato dall’heavy metal più classico (anche se non spariscono del tutto le inflessioni epiche);ma nella seconda parte ritornano anche influenze prog…Un brano irresistibile,sicuramente uno dei pezzi che in concerto sarà tra i più esplosivi,con delle parti cantate molto melodiche,ma graffianti allo stesso tempo.

“The light in your eyes” è un brano molto elaborato e dai tratti introspettivi anche nelle liriche;molto bello il ritornello,che si stampa subito in testa per non uscirne più…inutile rimarcare la perfezione di tutta la band,che si supera continuamente e porta ad un livello sempre più alto la propria tecnica,senza sacrificare mai la fruibilità e la struttura del pezzo,però.

“Outsider” ha la statura del classico metal,e scorre via che è un piacere,come sempre a metà strada tra potenza e orecchiabilità (c’è perfino qualche riminiscenza dell’hard rock anni ’80,captato e traghettato via “Power” ai giorni nostri);”Recall” è una ballata dalle venature insolitamente malinconiche,con la tastiera in primo piano:è un attimo più calmo e riflessivo (sono presenti anche delle chitarre acustiche) per tirare il fiato prima del finale.

“Castaway” chiude il disco:le tastiere avvolgenti si sposano ai riff potenti delle chitarre per un gran finale che riassume i tratti salienti della band. Complessità strutturale unita alla dinamicità catchy delle strofe e dei ritornelli….e la tipica potenza sonora fa il resto…

Un bel disco,suonato in maniera impeccabile e composto da grandi canzoni che faranno la gioia dei metallari innamorati delle sonorità potenti ma melodiche allo stesso tempo;ma qui non c’è pane solo per gli estimatori del power,ma anche per i fan del progressive metal,in quanto la struttura dei pezzi e l’immenso talento del gruppo,non passerà di certo inosservata nemmeno agli ascoltatori più esigenti e quindi attenti alla tecnica. Stay Metal,horns up!

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